La notizia della “autosospensione” del coordinamento della Vigilanza di Banca Centrale è stata trattata in maniera piuttosto sbrigativa da parte di Governo e maggioranza, come se fosse una questione sulla quale la politica ha poco da dire.
Certo, la prudenza è d’obbligo quando non si hanno a disposizione elementi chiari, né tanto meno c’è bisogno di processi sommari o di ricostruzioni basate su illazioni, dal momento che non sappiamo nemmeno se le persone interessate siano coinvolte in qualche modo in vicende giudiziarie.
Ci sono però alcuni aspetti delle inchieste in corso da parte del Tribunale che chiamano in causa sia il ruolo avuto da Banca Centrale sia quello avuto da alcuni esponenti di Governo e dei partiti di maggioranza, in una correlazione che invece è necessario chiarire. La cosiddetta “trattativa” per la vendita di una licenza bancaria, di cui si sta occupando la Magistratura, ha visto gli ex Consiglieri ed ex Segretari di Stato Fiorenzo Stolfi e Claudio Podeschi prendere parte come mediatori agli incontri che le parti interessate all’affare hanno avuto con Banca Centrale, anche presso la Segreteria per le Finanze.
E qui sta il punto dolente per il Governo: i Magistrati scrivono della accondiscendenza che i vertici di Banca Centrale avrebbero avuto verso alcuni potenziali acquirenti, nonostante fossero presenti soggetti indagati per vicende di riciclaggio e corruzione e altri segnalati dalle competenti autorità antiriciclaggio. Ora il Governo vorrebbe chiamarsi fuori cercando di raccontarci la favoletta della “indipendenza” dei vertici di BCSM, come se non sapessimo tutti quanto questi siano stati fortemente voluti dall’Esecutivo targato Patto per San Marino, proprio in sostituzione della precedente dirigenza che invece si era mostrata meno malleabile e meno incline a prendere ordini dalla politica, così come scritto, sempre dai Magistrati, nella relativa inchiesta.
Dunque il ragionamento è semplice: il Governo vorrebbe farci credere di non essersi interessato alla compravendita della licenza bancaria, scaricando le responsabilità esclusivamente sulla Banca Centrale, coinvolgendo così, oltre che i vertici, di cui pure si occupano gli inquirenti, anche la Vigilanza, la quale è comunque subordinata alle decisioni dei vertici e da questi può anche venire coinvolta in situazioni alquanto imbarazzanti.
È pressoché impossibile invece non pensare alle pressioni esercitate dal Governo, e dall’allora Segretario alle Finanze Felici, per patrocinare la causa portata avanti da un ben preciso gruppo di “investitori” attraverso l’opera degli “amici” Stolfi & Podeschi, imponendo di intavolare una trattativa ad una dirigenza di Banca Centrale che, sin dal suo arrivo, non si è certo contraddistinta per autonomia decisionale rispetto alla volontà politica del Segretario di riferimento.
Ecco perché Sinistra Unita ritiene, a prescindere da quelli che saranno gli eventuali risvolti penali dell’intera vicenda, che gli attuali vertici di BCSM non siano più difendibili, tanto che rischiano di compromettere anche l’autorevolezza della Vigilanza e dell’intera Banca, ma al tempo stesso anche il Governo dovrebbe prendersi le sue responsabilità. Il Segretario di Stato dell’epoca è già stato dimissionato, ma è difficile pensare ad una sua azione “solitaria”, per cui è ora di fare piena luce sulle responsabilità politiche di tutti, e di rendere finalmente autonoma e indipendente la Banca Centrale, come prevedono tutti gli organismi internazionali, anche se si tratta di toglierla dalle grinfie della vecchia politica che riesce sempre a fare prevalere i suoi interessi, nonostante qualcuno tenti di far credere che “adesso si è fatto il rinnovamento”. C’è ancora infatti chi la considera non “UN” bene comune ma “DI” Bene Comune. I risultati parlano da soli.
Vanessa D'Ambrosio
Certo, la prudenza è d’obbligo quando non si hanno a disposizione elementi chiari, né tanto meno c’è bisogno di processi sommari o di ricostruzioni basate su illazioni, dal momento che non sappiamo nemmeno se le persone interessate siano coinvolte in qualche modo in vicende giudiziarie.
Ci sono però alcuni aspetti delle inchieste in corso da parte del Tribunale che chiamano in causa sia il ruolo avuto da Banca Centrale sia quello avuto da alcuni esponenti di Governo e dei partiti di maggioranza, in una correlazione che invece è necessario chiarire. La cosiddetta “trattativa” per la vendita di una licenza bancaria, di cui si sta occupando la Magistratura, ha visto gli ex Consiglieri ed ex Segretari di Stato Fiorenzo Stolfi e Claudio Podeschi prendere parte come mediatori agli incontri che le parti interessate all’affare hanno avuto con Banca Centrale, anche presso la Segreteria per le Finanze.
E qui sta il punto dolente per il Governo: i Magistrati scrivono della accondiscendenza che i vertici di Banca Centrale avrebbero avuto verso alcuni potenziali acquirenti, nonostante fossero presenti soggetti indagati per vicende di riciclaggio e corruzione e altri segnalati dalle competenti autorità antiriciclaggio. Ora il Governo vorrebbe chiamarsi fuori cercando di raccontarci la favoletta della “indipendenza” dei vertici di BCSM, come se non sapessimo tutti quanto questi siano stati fortemente voluti dall’Esecutivo targato Patto per San Marino, proprio in sostituzione della precedente dirigenza che invece si era mostrata meno malleabile e meno incline a prendere ordini dalla politica, così come scritto, sempre dai Magistrati, nella relativa inchiesta.
Dunque il ragionamento è semplice: il Governo vorrebbe farci credere di non essersi interessato alla compravendita della licenza bancaria, scaricando le responsabilità esclusivamente sulla Banca Centrale, coinvolgendo così, oltre che i vertici, di cui pure si occupano gli inquirenti, anche la Vigilanza, la quale è comunque subordinata alle decisioni dei vertici e da questi può anche venire coinvolta in situazioni alquanto imbarazzanti.
È pressoché impossibile invece non pensare alle pressioni esercitate dal Governo, e dall’allora Segretario alle Finanze Felici, per patrocinare la causa portata avanti da un ben preciso gruppo di “investitori” attraverso l’opera degli “amici” Stolfi & Podeschi, imponendo di intavolare una trattativa ad una dirigenza di Banca Centrale che, sin dal suo arrivo, non si è certo contraddistinta per autonomia decisionale rispetto alla volontà politica del Segretario di riferimento.
Ecco perché Sinistra Unita ritiene, a prescindere da quelli che saranno gli eventuali risvolti penali dell’intera vicenda, che gli attuali vertici di BCSM non siano più difendibili, tanto che rischiano di compromettere anche l’autorevolezza della Vigilanza e dell’intera Banca, ma al tempo stesso anche il Governo dovrebbe prendersi le sue responsabilità. Il Segretario di Stato dell’epoca è già stato dimissionato, ma è difficile pensare ad una sua azione “solitaria”, per cui è ora di fare piena luce sulle responsabilità politiche di tutti, e di rendere finalmente autonoma e indipendente la Banca Centrale, come prevedono tutti gli organismi internazionali, anche se si tratta di toglierla dalle grinfie della vecchia politica che riesce sempre a fare prevalere i suoi interessi, nonostante qualcuno tenti di far credere che “adesso si è fatto il rinnovamento”. C’è ancora infatti chi la considera non “UN” bene comune ma “DI” Bene Comune. I risultati parlano da soli.
Vanessa D'Ambrosio
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