Erik Satie era un precursore. Molti lo hanno definito così, anche impropriamente, e soprattutto dopo la sua morte. Del resto le “acrobazie” del compositore, quel suo naufragare tra le mode e le contraddizioni dell’epoca permette di collocarlo facilmente ovunque. O da nessuna parte.
Troppo anticonformista per diventare un “classico”, avanguardista prima delle Avanguardie.
Precursore di tutto e di niente, Erik Satie rimane uno. Dalle famose Gymnopedies alle ultime composizioni, una caratteristica abbastanza costante nella sua musica è quella mancanza di punti di riferimento, di elementi d’attenzione, che la rendono fatua, quasi eterea, senza consistenza.
Quando scherzava la gente non ci credeva, quando ha cominciato a fare il serio tutti ci hanno riso e lui se l’è presa. Forse Satie non l’ha mai capito nessuno e probabilmente è quello che lui ha sempre voluto.
Progressista e conservatore. Colto e bizzarro. Ironico, iconoclasta, sarcastico. E chi più ne ha più ne metta. Ancora oggi, ascoltando la sua musica, risulta difficile definirne i confini, in quell’ambiguità che la fa apparire seria e giocosa allo stesso tempo. Tutto il Novecento musicale è in qualche modo debitore di Erik Satie, per quanto la “grande musica” non l’abbia mai neanche accostato ai “grandi”
della sua epoca: Debussy, Ravel, Stravinskij, Mahler. Troppo poco “serio” per ottenere il parere unanime dell’Accademia (e del pubblico). Eppure Satie il suo momento di gloria lo ha avuto, quando è diventato esponente di spicco delle avanguardie parigine di inizio secolo, camminando a braccetto sulla riva della Senna con personaggi come Pablo Picasso, René Clair, Jean Cocteau. Ma
non era un giovane, aveva già passato i quarant’anni e si avviava a trascorrere l’ultimo periodo della sua vita tra provocazioni e ripensamenti.
Una scelta artistico culturale molto importante, inconsueta se vogliamo, per la chiusura della stagione concertistica sammarinese, ma sempre nella scia di una programmazione che punta all’apertura del cuore e della mente.
E per questa “Soirée Satie” Camerata del Titano invita due grandissimi musicisti: Alfonso De Filippis, voce recitante, e Stefano Malferrari, il mago del pianoforte. L’appuntamento è per domenica 3 dicembre, ore 16,30, Sala Sums.
La Rassegna Musicale d’Autunno è organizzata da Camerata del Titano, promossa e patrocinata dalla Carisp e della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – SUMS.
Ingresso libero
Comunicato stampa
Troppo anticonformista per diventare un “classico”, avanguardista prima delle Avanguardie.
Precursore di tutto e di niente, Erik Satie rimane uno. Dalle famose Gymnopedies alle ultime composizioni, una caratteristica abbastanza costante nella sua musica è quella mancanza di punti di riferimento, di elementi d’attenzione, che la rendono fatua, quasi eterea, senza consistenza.
Quando scherzava la gente non ci credeva, quando ha cominciato a fare il serio tutti ci hanno riso e lui se l’è presa. Forse Satie non l’ha mai capito nessuno e probabilmente è quello che lui ha sempre voluto.
Progressista e conservatore. Colto e bizzarro. Ironico, iconoclasta, sarcastico. E chi più ne ha più ne metta. Ancora oggi, ascoltando la sua musica, risulta difficile definirne i confini, in quell’ambiguità che la fa apparire seria e giocosa allo stesso tempo. Tutto il Novecento musicale è in qualche modo debitore di Erik Satie, per quanto la “grande musica” non l’abbia mai neanche accostato ai “grandi”
della sua epoca: Debussy, Ravel, Stravinskij, Mahler. Troppo poco “serio” per ottenere il parere unanime dell’Accademia (e del pubblico). Eppure Satie il suo momento di gloria lo ha avuto, quando è diventato esponente di spicco delle avanguardie parigine di inizio secolo, camminando a braccetto sulla riva della Senna con personaggi come Pablo Picasso, René Clair, Jean Cocteau. Ma
non era un giovane, aveva già passato i quarant’anni e si avviava a trascorrere l’ultimo periodo della sua vita tra provocazioni e ripensamenti.
Una scelta artistico culturale molto importante, inconsueta se vogliamo, per la chiusura della stagione concertistica sammarinese, ma sempre nella scia di una programmazione che punta all’apertura del cuore e della mente.
E per questa “Soirée Satie” Camerata del Titano invita due grandissimi musicisti: Alfonso De Filippis, voce recitante, e Stefano Malferrari, il mago del pianoforte. L’appuntamento è per domenica 3 dicembre, ore 16,30, Sala Sums.
La Rassegna Musicale d’Autunno è organizzata da Camerata del Titano, promossa e patrocinata dalla Carisp e della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – SUMS.
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