In relazione agli articoli 34 e 35 della Legge di Bilancio previsionale 2019, che prevedono tagli alle retribuzioni e ai diritti dei dipendenti del settore pubblico allargato, le Federazioni Pubblico Impiego di CSdL e CDLS hanno inviato al Congresso di Stato una lettera, che in primo luogo mette in evidenza come questi articoli siano contrari a qualsiasi definizione di libertà sindacale.
"Questa nostra affermazione - scrivono le Federazioni - è suffragata in ambito giuridico da una sentenza della Corte Costituzionale italiana molto recente, la n. 178 del 24 giugno 2015. In tale occasione la Consulta si esprimeva contrariamente rispetto alla previsione di “congelare” (da noi si tratterebbe addirittura di tagli) il contratto del settore pubblico per alcuni anni; tale previsione era contenuta nella legge di stabilità del 2014.
Nel fare ciò, tra le altre cose, la Corte Costituzionale assumeva alcune Convenzioni dell’OIL concernenti la definizione di libertà sindacale, convenzioni n. 87, n. 98 e n.151. Tali convenzioni dovrebbero ormai far parte della cultura politica del nostro paese, visto che da esso sono state accettate quali principi fondamentali validi per orientare l’attività legislativa.
Facciamo altresì presente che non si tratta “semplicemente” di impegni transnazionali assunti in virtù di averli siglati per fare parte a pieno titolo di organismi internazionali; ma anche di impegni giurisdizionali poiché assunti da nostre leggi come la convenzione n. 98, che viene appunto assunta dalla legge 156 del 2016, che nei suoi articoli 2 e 3 dice addirittura di ispirarsi ad essa.
Da questa considerazione consegue che la nostra azione sarà tesa a tutelare la libertà sindacale sia in ambito giurisdizionale che in ambito internazionale."
Le Federazioni restano dunque in attesa di una risposta a tale lettera.
Comunicato stampa
Federazioni Pubblico Impiego CSU
"Questa nostra affermazione - scrivono le Federazioni - è suffragata in ambito giuridico da una sentenza della Corte Costituzionale italiana molto recente, la n. 178 del 24 giugno 2015. In tale occasione la Consulta si esprimeva contrariamente rispetto alla previsione di “congelare” (da noi si tratterebbe addirittura di tagli) il contratto del settore pubblico per alcuni anni; tale previsione era contenuta nella legge di stabilità del 2014.
Nel fare ciò, tra le altre cose, la Corte Costituzionale assumeva alcune Convenzioni dell’OIL concernenti la definizione di libertà sindacale, convenzioni n. 87, n. 98 e n.151. Tali convenzioni dovrebbero ormai far parte della cultura politica del nostro paese, visto che da esso sono state accettate quali principi fondamentali validi per orientare l’attività legislativa.
Facciamo altresì presente che non si tratta “semplicemente” di impegni transnazionali assunti in virtù di averli siglati per fare parte a pieno titolo di organismi internazionali; ma anche di impegni giurisdizionali poiché assunti da nostre leggi come la convenzione n. 98, che viene appunto assunta dalla legge 156 del 2016, che nei suoi articoli 2 e 3 dice addirittura di ispirarsi ad essa.
Da questa considerazione consegue che la nostra azione sarà tesa a tutelare la libertà sindacale sia in ambito giurisdizionale che in ambito internazionale."
Le Federazioni restano dunque in attesa di una risposta a tale lettera.
Comunicato stampa
Federazioni Pubblico Impiego CSU
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