Ho iniziato a fare politica nel 1969 e ho terminato il mio impegno nel 2016 con la fine di Alleanza Popolare. Ebbene, in questi lunghi anni non ho mai assistito a uno scontro così aspro e così dannoso come quello in corso da alcuni mesi fra maggioranza e opposizione.
Quando l’argomento della disputa diventano le Banche o un’istituzione di primo piano come Banca Centrale o, più recentemente, un potere fondamentale dello Stato come la Magistratura - i settori più altamente sensibili dell’intero sistema economico-istituzionale - i rischi per il Paese diventano enormi e annullano qualsiasi buona volontà nella ricerca di un rilancio dell’economia attraverso investimenti esteri e un necessario accreditamento internazionale. Dispiace rilevare come alcuni esponenti politici non dimostrino alcuna coscienza di tale realtà e conseguentemente alcun senso di responsabilità. Non è solo un problema di scarsa esperienza ma anche di mancanza di buon senso e della necessaria consapevolezza che la sopravvivenza delle banche – e quindi il futuro stesso del Paese – è intimamente legata non tanto a parametri patrimoniali quanto alla fiducia riscossa dai cittadini. Fiducia che viene inevitabilmente compromessa da dichiarazioni avventate, che ascoltiamo tutti i giorni, e da atti, da chiunque compiuti, non sufficientemente ponderati, come ad esempio quelli posti in essere nella vicenda Asset Banca e l’approvazione di un bilancio di Cassa di Risparmio, con enormi e opinabili svalutazioni e conseguenti perdite a carico dello Stato, che si discosta notevolmente (di oltre 200 milioni) anche dalle conclusioni (che, quindi, cosa valgono?) dell’Asset Quality Review effettuata da Banca Centrale, con valutazioni già molto prudenziali e addirittura con criteri non ancora vigenti a San Marino. Quando poi emergono legami impropri e molto sospetti fra alcuni esponenti di Banca Centrale e Cassa di Risparmio – che per fortuna non sono più tra noi – ed un finanziere esterno che sembra avere rilevanti interessi nel nostro Paese, lo sconcerto è ancora maggiore.
Tutto ciò non si risolve strumentalizzando a fini esclusivamente di lotta politica gli errori compiuti, veri o presunti che siano, proponendo o mirando ad un governo di unità nazionale, che stravolgerebbe gli esiti elettorali e la volontà popolare, o gridando addirittura al colpo di stato, che crea ancora più disorientamento ed è ben altra cosa. Invece di continuare ad alzare i toni e ricorrere impropriamente anche al Tribunale, occorre utilizzare gli strumenti della politica – quella vera, che ha come unico obiettivo l’interesse del Paese – ed in particolare il dialogo e il confronto.
L’Associazione Bancaria Sammarinese, attraverso il suo Presidente Biagio Bossone, ha recentemente proposto al Governo la creazione di un Comitato di stabilità finanziaria, rappresentativo non solo delle Banche e del Governo ma anche delle forze politiche di maggioranza e di opposizione e del mondo delle imprese e del lavoro. Credo sia uno strumento idoneo a stemperare le tensioni – almeno sul fronte fondamentale del sistema bancario – e per tornare a dialogare ricercando idee e progetti condivisi e, auspicabilmente, un impegno comune per stabilizzare il sistema e uscire dalla crisi. A me sembra che in tempi brevissimi dobbiamo raggiungere tre risultati imprescindibili: stemperare le polemiche, che creano pericolosi allarmi, dare un più valido supporto in termini tecnici e di condivisione alle scelte che il Governo e il Consiglio Grande e Generale dovranno compiere e da ultimo, ma non per importanza, trasmettere ai risparmiatori, alle imprese, ai cittadini e ai nostri interlocutori esterni un messaggio credibile e forte, in quanto ampiamente condiviso, capace di suscitare nuovamente fiducia e speranza. Possiamo raggiungere tali risultati solo unendo le forze e le competenze e facendo sistema.
Immaginando che non mancherà il contributo delle organizzazioni economiche e sociali, sono disponibili a dare seguito a questa proposta il Governo e i partiti di maggioranza e di opposizione ? Me lo auguro sinceramente, per il bene di questo nostro Paese.
Comunicato stampa
Tito Masi
Quando l’argomento della disputa diventano le Banche o un’istituzione di primo piano come Banca Centrale o, più recentemente, un potere fondamentale dello Stato come la Magistratura - i settori più altamente sensibili dell’intero sistema economico-istituzionale - i rischi per il Paese diventano enormi e annullano qualsiasi buona volontà nella ricerca di un rilancio dell’economia attraverso investimenti esteri e un necessario accreditamento internazionale. Dispiace rilevare come alcuni esponenti politici non dimostrino alcuna coscienza di tale realtà e conseguentemente alcun senso di responsabilità. Non è solo un problema di scarsa esperienza ma anche di mancanza di buon senso e della necessaria consapevolezza che la sopravvivenza delle banche – e quindi il futuro stesso del Paese – è intimamente legata non tanto a parametri patrimoniali quanto alla fiducia riscossa dai cittadini. Fiducia che viene inevitabilmente compromessa da dichiarazioni avventate, che ascoltiamo tutti i giorni, e da atti, da chiunque compiuti, non sufficientemente ponderati, come ad esempio quelli posti in essere nella vicenda Asset Banca e l’approvazione di un bilancio di Cassa di Risparmio, con enormi e opinabili svalutazioni e conseguenti perdite a carico dello Stato, che si discosta notevolmente (di oltre 200 milioni) anche dalle conclusioni (che, quindi, cosa valgono?) dell’Asset Quality Review effettuata da Banca Centrale, con valutazioni già molto prudenziali e addirittura con criteri non ancora vigenti a San Marino. Quando poi emergono legami impropri e molto sospetti fra alcuni esponenti di Banca Centrale e Cassa di Risparmio – che per fortuna non sono più tra noi – ed un finanziere esterno che sembra avere rilevanti interessi nel nostro Paese, lo sconcerto è ancora maggiore.
Tutto ciò non si risolve strumentalizzando a fini esclusivamente di lotta politica gli errori compiuti, veri o presunti che siano, proponendo o mirando ad un governo di unità nazionale, che stravolgerebbe gli esiti elettorali e la volontà popolare, o gridando addirittura al colpo di stato, che crea ancora più disorientamento ed è ben altra cosa. Invece di continuare ad alzare i toni e ricorrere impropriamente anche al Tribunale, occorre utilizzare gli strumenti della politica – quella vera, che ha come unico obiettivo l’interesse del Paese – ed in particolare il dialogo e il confronto.
L’Associazione Bancaria Sammarinese, attraverso il suo Presidente Biagio Bossone, ha recentemente proposto al Governo la creazione di un Comitato di stabilità finanziaria, rappresentativo non solo delle Banche e del Governo ma anche delle forze politiche di maggioranza e di opposizione e del mondo delle imprese e del lavoro. Credo sia uno strumento idoneo a stemperare le tensioni – almeno sul fronte fondamentale del sistema bancario – e per tornare a dialogare ricercando idee e progetti condivisi e, auspicabilmente, un impegno comune per stabilizzare il sistema e uscire dalla crisi. A me sembra che in tempi brevissimi dobbiamo raggiungere tre risultati imprescindibili: stemperare le polemiche, che creano pericolosi allarmi, dare un più valido supporto in termini tecnici e di condivisione alle scelte che il Governo e il Consiglio Grande e Generale dovranno compiere e da ultimo, ma non per importanza, trasmettere ai risparmiatori, alle imprese, ai cittadini e ai nostri interlocutori esterni un messaggio credibile e forte, in quanto ampiamente condiviso, capace di suscitare nuovamente fiducia e speranza. Possiamo raggiungere tali risultati solo unendo le forze e le competenze e facendo sistema.
Immaginando che non mancherà il contributo delle organizzazioni economiche e sociali, sono disponibili a dare seguito a questa proposta il Governo e i partiti di maggioranza e di opposizione ? Me lo auguro sinceramente, per il bene di questo nostro Paese.
Comunicato stampa
Tito Masi
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