E siamo arrivati, come qualcuno l’ha simpaticamente definita, alla “perla n.2”, altre ne seguiranno fino a formare l’intera collana “per-la vita”, quale è la collana dei nostri emendamenti, seppur ahinoi riferiti ad una legge sull’aborto.
Il titolo già rivela qual è il principio a cui facevamo riferimento in chiusura della perla n.1, principio che il progetto di legge sull’interruzione volontaria di gravidanza riporta espressamente (vedasi art.1 comma 4) ma che rimane inattuato, un vuoto e demagogico enunciato, più volte contraddetto dalla disciplina contenuta nell’articolato seguente.
Noi, condividendolo appieno ed autenticamente, abbiamo provato a trarne le conseguenze proponendo due emendamenti integrativi:
- il primo, al comma 4, per prevedere che la donna possa ricorrere all’IVG entro le 12 settimane di gestazione, una volta soltanto, salvo ovviamente il caso in cui sia accertato un imminente pericolo per la vita della madre;
- il secondo, con il nuovo comma 5, per vietare l’IVG quando emergano elementi per ritenere che la stessa sia stata chiesta con riferimento al sesso del nascituro. Il primo emendamento può essere letto come “forte”, ce ne rendiamo conto, ma se ci pensate, di fronte ad una possibilità di abortire nelle prime dodici settimane riconosciuta in modo così assoluto, incondizionato, senza neppure la sforzo di addurre un qualche motivo, quale altro argine potrebbe esservi rispetto al rischio (concreto) che l’IVG venga percepita quasi fosse banalmente il “metodo anticoncezionale più tardivo”, da utilizzare cioè quando è trascorso anche il tempo di efficacia delle c.d. “pillole abortive”?
Il messaggio che si vuole dare non è che: “se lo fai una volta allora va bene, basta non andare oltre!” Ogni vita per noi, lo ripetiamo fino alla nausea, è unica ed irrepetibile e come tale ha un valore non negoziabile, ma è evidente che se una donna chiede durante il corso della sua vita, seppur nelle prime dodici settimane di gestazione, più di una interruzione volontaria di gravidanza, il rischio che l’interruzione di un altrui vita venga trattato con eccessiva leggerezza è tutt’altro che remoto. Il secondo emendamento dovrebbe raccogliere largo consenso, tanto più da chi si erge a difensore delle donne, posto che, su scala globale, l’aborto è probabilmente la più diffusa (e sicuramente precoce e cinica) forma di femminicidio. Nella nostra cultura, fortunatamente, il detto “auguri e figli maschi” è rimasto solo un lontano ricordo, ma purtroppo sappiamo tutti che in altre culture così non è, e spesso i genitori decidono di interrompere la gravidanza non appena conoscono di attendere una bambina. La norma è comunque scritta in modo paritario, per cui vale anche nel caso in cui, ad essere discriminati, fossero i maschi, magari sulla scia di un femminismo esasperato ed estremista. Nella prossima perla tratteremo degli emendamenti di Uno di Noi volti a tutelare la donna, per una IVG che sia sì una sua scelta ma libera, informata e consapevole.
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Comunicato stampa
Uno di Noi