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Upr: "Crisi di Governo. Ora cosa accadrà ora?"

2 ago 2016
Upr: "Crisi di Governo. Ora cosa accadrà ora?"
Ieri sera si è riunita l’assemblea di Unione per la Repubblica per esaminare gli sviluppi dell’attuale situazione politica.

Quanto è accaduto una settimana fa, con la scelta di Alleanza Popolare di lasciare la maggioranza, è l’epilogo di una stagione politica balbettante e di una legislatura in cui i tanti problemi del Governo e della maggioranza sono sempre stati superati grazie alla legge elettorale che blinda coalizioni e maggioranze.

Cosa accadrà ora?

I percorsi politici e Istituzionali, sono a giudizio di UPR, semplici e le norme sia elettorali che sul Congresso di Stato lasciano pochi spazi interpretativi.

Se le forze che componevano la maggioranza non hanno più visioni univoche sulla continuazione della Legislatura le norme ed il buon senso, impongono di imboccare la via delle elezioni politiche anticipate, rendendo impraticabili soluzioni dettate dallo stato di grave emergenza del Paese.

Prima però di questo passaggio è per UPR fondamentale tradurre in Legge i tre quesiti referendari: tetto per gli stipendi, preferenza unica, quorum per il referendum.

Altro punto rilevante per UPR è la stabilità del bilancio dello Stato e le condizioni del settore finanziario.

Non occorre essere dei maghi della finanza per capire come lo status del bilancio pubblico sia in forte sofferenza: incertezze nelle scelte, recessione economica, revisione della spesa gestita all’acqua di rose, situazione finanziaria ISS e aumento del debito pubblico, stanno provocando notevoli criticità nel bilancio dello Stato.

I dati del secondo trimestre 2016 del bollettino di statistica confermano purtroppo come l’economia non dia alcun significativo segnale di ripresa.

A ciò aggiungiamo la forte preoccupazione che regna sul settore finanziario. Per stessa ammissione del Governo e della maggioranza, molte delle scelte di fondo da prendere per il futuro del sistema sono ancora vaghi progetti.

I crediti di imposta, i crediti deteriorati (noti come NPL), lo stato dei bilanci, i progetti di fusione sono ancora allo stato di ragionamento impreciso e non circostanziato da dati, da progetti o da proposte. Anzi l’impressione che aleggia è che ciò sia l’ennesimo tentativo di chiudere in un sarcofago situazioni imbarazzanti, facendo pagare il conto ai cittadini.

Sulla gestione dei crediti deteriorati c’è poco da improvvisare.

In Italia ed in Europa, da tempo si sta agendo in questo settore con dati, analisi, scelte, sinergie fra Governi ed Autorità di vigilanza. A San Marino, a parte qualche fugace annuncio, c'è ancora un imbarazzato silenzio.

Non si parla di stress test, nessun ragionamento su importo e qualità dei crediti, mistero sugli Istituiti interessati e latitanza totale su progetti di rilancio del sistema.

UPR ricorda che un serio rilancio dell’economia passa necessariamente da una ristrutturazione del settore finanziario, attraverso scelte dolorose che non possono essere dettate da chi è origine del problema.

Il mercato finanziario si sta evolvendo e San Marino sconta anni di totale inerzia. Per dare solidità e garanzie ai risparmiatori, assicurare posti di lavoro, ridare profittabilità agli Istituti, si devono intraprendere dei percorsi.

In più ci sono poi dei passaggi di responsabilità su cui – anche in ottica di alleanze politiche future – sarebbe necessario fare definitiva chiarezza.

La politica deve continuare ad avere un intreccio infinito con il settore bancario con contaminazioni costanti ed invasioni reciproche di ruoli?

Quando si parla di crediti, la politica deve avere ancora un ruolo, oppure come vorrebbe il buon senso e gli standard internazionali, la gestione degli Istituti di credito è altra cosa rispetto alla politica?

Banca Centrale dovrà avere anche nella nuova gestione un ruolo subordinato al Governo e alla maggioranza di turno?

UPR seguirà quindi con molta attenzione gli sviluppi di questa crisi politica.

Ci sono temi e situazioni che rischiano di mettere a serio repentaglio lo stato della finanza pubblica e ridurre la già scarsa credibilità del Paese verso l’esterno.

L’inerzia di questi mesi rischia di essere una pesante zavorra per la prossima legislatura e rappresentare una eredità negativa per ogni tipo di alleanza politica.

Comunicato stampa
Unione per la Repubblica

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