UPR segue con molta attenzione quanto sta avvenendo nell’utilizzo, improprio, della SMAC CARD come mezzo di accertamento fiscale.
Il nostro Movimento ha definito un pasticcio la scelta di utilizzare questo strumento per l’accertamento dei ricavi delle attività economiche. Così facendo si inficia l’aspetto legato al marketing della carta e si rende inutile il fattore sconto; si uniscono due elementi, l’accertamento fiscale e la convenienza, che nulla hanno a che vedere.
UPR ha ripetutamente manifestato la propria ferma contrarietà alla riforma fiscale ed ha espresso perplessità sulle norme applicative che hanno introdotto la certificazione degli operatori economici.
Un immenso pasticcio che ha provocato solo dei danni, dato incertezza al sistema commerciale ed economico già provati dalla crisi e messo in confusione i cittadini alle prese con i ripetuti annunci e rimandi.
Ne citiamo solo due in meno di 12 mesi: nel 2014 il posticipo dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della SMAC CARD, seguito poi, qualche mese dopo, da un ulteriore provvedimento che fissava la soglia di abbattimenti fiscali ottenibili senza presentare i famosi scontrini SMAC.
UPR nel 2013, in sede di discussione della Legge di Riforma Fiscale, espresse rilievi ed osservazioni che si stanno puntualmente presentando.
C’è un elemento che ci sfugge: un progetto nato male e sviluppatosi peggio, dovrebbe ad un certo punto, portare all’ammissione di responsabilità che lo strumento utilizzato per raggiungere l’obiettivo, cioè la certificazione dei ricavi, è inappropriato.
La recente novità annunciata dal Governo: “la possibilità di interfacciare il sistema gestionale o il registratore di cassa o un applicazione retail, attraverso un protocollo di comunicazione” unita alle proposte di sconti, rappresenta a nostro giudizio un intervento “last minute” che rischia di mettere ancora più in confusione il settore del commercio.
UPR capisce le esigenze degli operatori economici e non condivide le scelte normative e tecniche del Governo. Siamo l’unico Paese al mondo in cui sui usa il POS come strumento di verifica fiscale.
UPR manifesta anche perplessità sulla sicurezza dei dati, delle transazioni e si domanda se esse siano detenute e gestite solo in territorio o transitino o siano veicolate su provider tecnici esteri.
UPR si chiede come mai si continui a girare intorno al problema di base per il rilancio del settore commerciale: servono prezzi più competitivi rispetto al circondario.
UPR ha proposto varie soluzioni, quali: panieri di beni ad aliquote di monofase differenziate, politica nazionale per il prezzo del carburante; idee nemmeno prese in considerazione dalla maggioranza che continua a trincerarsi dietro il pasticcio SMAC CARD.
A ciò si aggiunge la preoccupazione per i possibile aumenti delle aliquote IVA in Italia nel 2016 e 2017 che potrebbero portare a un pericolo effetto domino anche nella nostra Repubblica unita alla mancanza di notizie sul progetto di introduzione del sistema IVA a San Marino.
UPR ritiene siano necessarie soluzioni nuove, che risolvano alla radice il problema, in modo sa semplificare gli adempimenti burocratici per i cittadini e per le attività economiche e che possano veramente sostenere lo sviluppo del settore del commercio e dei servizi.
Mettere una toppa in un progetto sbagliato serve poco o a nulla; prima o poi la toppa si romperà e i danni purtroppo saranno tutti per i cittadini.
San Marino, 14 aprile 2015
Unione per la Repubblica
Il nostro Movimento ha definito un pasticcio la scelta di utilizzare questo strumento per l’accertamento dei ricavi delle attività economiche. Così facendo si inficia l’aspetto legato al marketing della carta e si rende inutile il fattore sconto; si uniscono due elementi, l’accertamento fiscale e la convenienza, che nulla hanno a che vedere.
UPR ha ripetutamente manifestato la propria ferma contrarietà alla riforma fiscale ed ha espresso perplessità sulle norme applicative che hanno introdotto la certificazione degli operatori economici.
Un immenso pasticcio che ha provocato solo dei danni, dato incertezza al sistema commerciale ed economico già provati dalla crisi e messo in confusione i cittadini alle prese con i ripetuti annunci e rimandi.
Ne citiamo solo due in meno di 12 mesi: nel 2014 il posticipo dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della SMAC CARD, seguito poi, qualche mese dopo, da un ulteriore provvedimento che fissava la soglia di abbattimenti fiscali ottenibili senza presentare i famosi scontrini SMAC.
UPR nel 2013, in sede di discussione della Legge di Riforma Fiscale, espresse rilievi ed osservazioni che si stanno puntualmente presentando.
C’è un elemento che ci sfugge: un progetto nato male e sviluppatosi peggio, dovrebbe ad un certo punto, portare all’ammissione di responsabilità che lo strumento utilizzato per raggiungere l’obiettivo, cioè la certificazione dei ricavi, è inappropriato.
La recente novità annunciata dal Governo: “la possibilità di interfacciare il sistema gestionale o il registratore di cassa o un applicazione retail, attraverso un protocollo di comunicazione” unita alle proposte di sconti, rappresenta a nostro giudizio un intervento “last minute” che rischia di mettere ancora più in confusione il settore del commercio.
UPR capisce le esigenze degli operatori economici e non condivide le scelte normative e tecniche del Governo. Siamo l’unico Paese al mondo in cui sui usa il POS come strumento di verifica fiscale.
UPR manifesta anche perplessità sulla sicurezza dei dati, delle transazioni e si domanda se esse siano detenute e gestite solo in territorio o transitino o siano veicolate su provider tecnici esteri.
UPR si chiede come mai si continui a girare intorno al problema di base per il rilancio del settore commerciale: servono prezzi più competitivi rispetto al circondario.
UPR ha proposto varie soluzioni, quali: panieri di beni ad aliquote di monofase differenziate, politica nazionale per il prezzo del carburante; idee nemmeno prese in considerazione dalla maggioranza che continua a trincerarsi dietro il pasticcio SMAC CARD.
A ciò si aggiunge la preoccupazione per i possibile aumenti delle aliquote IVA in Italia nel 2016 e 2017 che potrebbero portare a un pericolo effetto domino anche nella nostra Repubblica unita alla mancanza di notizie sul progetto di introduzione del sistema IVA a San Marino.
UPR ritiene siano necessarie soluzioni nuove, che risolvano alla radice il problema, in modo sa semplificare gli adempimenti burocratici per i cittadini e per le attività economiche e che possano veramente sostenere lo sviluppo del settore del commercio e dei servizi.
Mettere una toppa in un progetto sbagliato serve poco o a nulla; prima o poi la toppa si romperà e i danni purtroppo saranno tutti per i cittadini.
San Marino, 14 aprile 2015
Unione per la Repubblica
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