Oggi abbiamo tutti la consapevolezza che il rilancio della nostra economia deve passare attraverso un impegno comune tra politica e parti sociali, imprese e lavoratori, tra pubblica amministrazione e cittadini e che è necessario ridisegnare l’intero mercato del lavoro pubblico e privato. La drammatica esperienza della pandemia con il “confinamento domiciliare” e il “distanziamento sociale” obbligano ad un serio ripensamento di tutte le attività produttive e dei servizi che ad esse sono indispensabili. In quest’ultimo periodo si è incentivato il ricorso allo smart working, al lavoro agile, dal domicilio, alle video conferenze, per la necessità di diminuire la presenza fisica di lavoratori sui luoghi di lavoro e controllare al massimo il proliferarsi di contagi da Covid-19. Questa modalità, certamente non applicabile all’universo delle tipologie lavorative, ha indubbiamente ritorni positivi anche rispetto alla migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro ed anche un minor impatto sull’ambiente perché evita gli spostamenti. Ma la scelta è stata fatta in assenza di una normativa di base che regolamentasse tale modalità di lavoro, facendoci trovare impreparati anche da questo punto di vista, a differenza di altri paesi che da tempo ne avevano disciplinato l’utilizzo. Occorre quindi adottate in fretta una vera normativa al riguardo, vanno disciplinati ambiti, requisiti e garanzia, per la piena tutela del lavoratore e dei dati sensibili coinvolti. In quella che dovrà essere una vera riforma del mercato del lavoro è quanto mai essenziale il ruolo delle organizzazioni sindacali che possono indirizzare con competenza le scelte politiche ma deve anche essere frutto di un intenso e produttivo dibattito che deve vedere protagoniste associazioni datoriali ed organizzazioni sindacali, che tenga conto e concili tutte le molteplici e diverse istanze e sfaccettature delle molteplici realtà. Una riforma, oggi ineludibile a causa del Covid 19, ma anche necessaria per sburocratizzare il pubblico impiego al fine di migliorare il rapporto con i cittadini, agevolare le imprese assicurando la piena tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, realizzare la più ampia occupazione e migliorare la qualità della vita. “Soprattutto in questi ultimi tempi”, afferma Giorgia Giacomini, Segretario Generale dell’Unione Sammarinese dei Lavoratori “anche se alcune scelte non sono state condivise, abbiamo apprezzato la volontà del Governo di aprire specifici tavoli di confronto sulle tematiche legate all’emergenza e auspichiamo che ciò continui con altrettanto impegno e la necessaria fattiva determinazione sulle tematiche del lavoro e della tenuta dell’economia. A questi appuntamenti di confronto l’U.S.L. porterà le proposte che i propri delegati raccoglieranno sui luoghi di lavoro, proposte, non di un mondo astratto troppo spesso avulso dalla realtà, ma frutto di chi ogni giorno si misura con le difficoltà, le esigenze, e le specificità del proprio lavoro. Ribadiamo ancora a gran voce che la politica dei tagli delle retribuzioni, degli ammortizzatori sociali, delle indennità di malattia, delle ritenute sulle pensioni, dei licenziamenti, dei prelievi forzosi, non sono soluzioni alla situazione economica del paese ma solo degli inutili palliativi volti a guadagnare tempo. Servono immediatamente aperture di linee di credito che diano respiro alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie; liquidità da investire in sviluppo, turismo e infrastrutture, nonché riforme volte a perseguire quell’equità fiscale sempre decantata ma mai realmente realizzata.
Comunicato stampa
La Segreteria USL