“Sui giornali, su internet, sui social - afferma il Segretario Generale di USL Francesca Busignani - leggiamo di morte e di violenze continuamente anche sui luoghi di lavoro. Non è facile placare la rabbia e allora ci si interroga su quale ruolo possa avere un Sindacato nel fermare tutto questo; a volte sono azioni dirette, a volte si tratta di contribuire a fare evolvere normative non al passo con i tempi e troppo arzigogolate”.
È recente la visita del dott. Gianni Rosas, rappresentante ILO per Italia e San Marino che durante un incontro di formazione, organizzato dalle 3 sigle sindacali, sulla Convenzione 190, ha raccontato, tra le altre cose, che in Sud-America dove moltissime donne subivano violenza una volta uscite dal lavoro, specie dopo il turno di notte, su suggerimento di una missione ILO, con la dotazione da parte dell’azienda di più illuminazione all’esterno, sono diminuite vertiginosamente le vittime.
A volte, invece, richiede più tempo arginare e risolvere certe situazioni, visto che si tratta anche di invertire o innescare processi culturali e sociali. Nel frattempo, devono funzionare le leggi e le tutele e tutti dobbiamo concorrere, per quel di competenza, a far si che ciò avvenga rapidamente.
“A tal proposito tra le violenze che le donne subiscono - prosegue l’SG Busignani - c’è senz’altro anche quella economica per cui in molte parti del mondo gli uomini guadagnano di più a prescindere, senza contare il fatto che tantissime donne non lavorano affatto e non per volontà, ma per una serie di motivazioni oggettive che non permettono loro di farlo, né tantomeno di fare carriera. Qui in Repubblica, in superficie non sembra esserci questo problema, ma ad una lettura più approfondita il problema, ancorché camuffato, esiste.”
San Marino pur potendo vantare contratti erga omnes, deve compiere passi ulteriori.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha posto l’attenzione sulla parità di retribuzione, con la Convenzione n. 100 del 1951, ratificata da San Marino nel 1985.
Rispetto a tale Convenzione l’OIL ha da tempo acceso i fari su San Marino perché né la legge n. 40 del 1981 sulla parità tra i sessi nel mercato del lavoro, né l'articolo 15 (parità di retribuzione) della legge n. 7 del 1961 risponderebbero appieno ai principi dettati dalla Convenzione. Non basta infatti sancire che le lavoratrici ricevano la stessa retribuzione degli uomini per lo stesso lavoro svolto perché il principio andrebbe ampliato con la dicitura "lavoro di pari valore".
“Sarebbe importante disporre di dati disaggregati per sesso sui livelli retributivi di uomini e donne nei vari settori, nonché di tutte le informazioni afferenti al divario retributivo di genere per avere il reale polso della situazione e poter analizzare e sanare, in collaborazione con le Associazioni datoriali, le situazioni di disparità; perché senza eguaglianza nella diversità del resto - ha concluso l’SG Busignani - non è possibile il pieno sviluppo della persona umana, così come d'altronde tutte le Costituzioni sulla carta affermano”.
Comunicato stampa
Unione Sammarinese Lavoratori - USL