Come ribadito più volte, USL non condivide politiche di rigore e austerity che portano inevitabilmente alla recessione economica e a limitare l’espansione dell’economia interna, ma crede in politiche che investano in sviluppo, in ricerca e in tecnologia, facendo leva su investimenti pubblici privati. Ecco perché siamo nuovamente a chiedere a gran voce di introdurre il blocco dei licenziamenti fino al termine di questo nuovo periodo di emergenza Covid-19, alla luce delle numerosissime richieste di riduzione di personale pervenute nell’ultimo mese. Dopo, infatti, aver perso tanti posti di lavoro nella primavera scorsa non ci possiamo assolutamente permettere né di lasciare senza reddito altri lavoratori né tantomeno di comprimere ed impoverire ulteriormente il nostro sistema, sia in termini di forza lavoro sia in riferimento alle competenze specifiche delle professionalità coinvolte. Tale scenario, infatti, avrebbe inevitabilmente conseguenze dirette e dannose per esempio a livello contributivo, mettendo in ulteriore difficoltà il delicato equilibrio tra contributi versati e pensioni erogate. Inoltre, riteniamo che in questo momento di assoluta incertezza, causata da una seconda ondata di contagi dovuti alla pandemia nonché dall’imminente scadenza a fine anno di importanti misure legislative relative alla Cassa Integrazione Guadagni, agli altri Ammortizzatori Sociali e a misure a sostegno dei nuclei famigliari, sia assolutamente necessario dare una prospettiva di ripresa e supporto ai tanti lavoratori coinvolti ed alle loro famiglie, nel pieno rispetto della dignità del lavoro. Parimenti, è necessario sostenere e supportare le aziende e i vari settori colpiti maggiormente dalla pandemia per riuscire poi a ripartire con forza e determinazione una volta usciti da questa nuova fase emergenziale ma con ancora in forza i propri dipendenti, che con le competenze acquisite in anni di lavoro e formazione costituiscono il vero e prezioso valore aggiunto delle aziende.
c.s. USL