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USL: una direttiva della UE introduce l’obbligo della diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità in termini di diritti umani

19 set 2024
USL: una direttiva della UE introduce l’obbligo della diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità in termini di diritti umani

Da una parte ci sono i dati sull’occupazione e sono dati tutto sommato buoni. Dall’altra però troppo spesso ci vengono riferiti episodi di trattamenti non dignitosi che a volte sfociano nel vero e proprio sfruttamento. Il lavoro senza dignità purtroppo esiste ancora oggi, perché troppo spesso i diritti scritti sulla carta non si traducono in altrettanti diritti nella realtà. Proprio in quest’ultimo periodo ci siamo trovati davanti a un’azienda che, senza preavviso, ha lasciato a piedi i suoi dipendenti, privandoli di stipendi dovuti e trasformandoli in creditori incerti di cifre importanti. Parliamo tanto di benessere dei lavoratori e di un futuro più umano, ma casi come questi ci riportano indietro di decenni, ai tempi in cui i diritti erano solo un’utopia. È inconcepibile che oggi esistano ancora situazioni del genere, di contro, e ben vengano, ci sono realtà, anche a San Marino, che sanno molto bene che il benessere dei lavoratori e la produttività vanno di pari passo. Come USL, continueremo a batterci perché nessun lavoratore venga lasciato indietro affinché queste situazioni diventino solo un triste ricordo del passato. Proprio in tale direzione, circa un mese fa è entrata in vigore la Direttiva europea 2024/1760/UE sul dovere di diligenza delle grandi imprese ai fini della sostenibilità. Non si parla più solo di sostenibilità ambientale ma anche di sostenibilità in termini di diritti umani. “Fin qui - ha detto il Segretario Federale USL Marco Santolini - avevamo sempre sentito parlare di imprese virtuose che per guadagnarsi una reputazione da spendere sul mercato in grado di far fruttare anche solidi benefici, avevano introdotto determinate azioni. Ora viene imposto un do- vere di diligenza che supera il principio etico dell’adesione volontaria da parte dell’azienda per ragioni di reputazione o competitive. Leggi e direttive a parte, al giorno d’oggi si dovrebbe, an- che ‘solo’ per motivi di competitività, fare a gara per riconoscere via via più diritti ai propri di- pendenti, anziché cercare escamotage per non rispettare nemmeno quelli stabiliti dal contratto”.

c.s. USL





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