Il Decreto Delegato n° 83 del 30 maggio 2022 che introduce nel nostro Paese la “Imposta di Soggiorno” non recepisce le indicazioni e le richieste che fin dal febbraio di quest’anno abbiamo inviato al Governo. La nostra posizione è stata da sempre favorevole alla introduzione di tale imposta purché il ricavato fosse destinato all’elevazione e modernizzazione del livello qualitativo di tutti i servizi che vengono offerti ai nostri turisti. Prima dell’introduzione dell’imposta di soggiorno sarebbe stato necessario aver predisposto un provvedimento normativo che disciplinasse il completo ammodernamento del settore ricettivo e turistico in generale poi, come atto finale, l’introduzione dell’imposta. L’assenza di un confronto con il Governo, seppur da tempo e più volte richiesto, ha impedito la formulazione di un provvedimento congruo e idoneo alle esigenze delle strutture ricettive che, invece, a partire già dal 1° luglio dovranno riscuotere l’imposta. Purtroppo, il testo del Decreto Delegato oltre a diverse criticità che formalizzeremo nuovamente al Governo nei prossimi giorni, non contiene la richiesta più importante che avevamo formulato al Congresso di Stato e cioè la esatta individuazione della destinazione del ricavato dell’imposta di soggiorno. È essenziale che il gettito di questa imposta sia destinato esclusivamente a finanziare interventi in materia di turismo e promozione del Paese, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei servizi pubblici locali finalizzati al turismo ed alla cultura. In particolare, almeno il 50% del gettito d’imposta dovrà essere utilizzato (in sinergia con le Associazioni Datoriali riconosciute dalla Legge e maggiormente rappresentative del Settore turistico e commerciale turistico) per l’organizzazione di manifestazione e la promozione del territorio, mentre il restante 50% dovrà essere sempre impiegato per migliorie che abbiano ricadute sul settore turistico ed economico del Paese. In un contesto in cui da un lato, come il recente assestamento di bilancio ha dimostrato, il Paese è sempre più indebitato e dall’altro latitano progetti di sviluppo in grado di favorire una crescita economica che possa rendere sostenibile l’indebitamento, la nostra grande preoccupazione è che anche il ricavato dell’imposta di soggiorno posso essere utilizzato per la spesa corrente, già da tempo insostenibile, o per situazioni infruttifere o per mantenere privilegi non più accettabili.
cs il Presidente USOT