Con riferimento al comunicato della Data Print Grafik spa, pubblicato dagli organi di stampa lo scorso 6 dicembre, la FLI/CSU conferma il contenuto dell’intervista rilasciata a San Marino RTV dal Segretario FLIA/CDLS Paride Neri e da Emanuel Santolini della CSdL, in occasione dello sciopero tenuto dai dipendenti lo scorso 3 dicembre.
Che il trasferimento di alcuni macchinari sia stato un “blitz “lo conferma lo stesso comunicato rilasciato dai legali dell’azienda, che parla di attuazione di lavoro programmato comunicato alle autorità competenti (di cui non si ha riscontro) ma non certo ai dipendenti o alle OO.SS.
Per quanto riguarda il mancato accordo circa il trasferimento dei dipendenti alla Modulsnap di Coriano, si precisa che l’azienda ha inizialmente proposto ai dipendenti il mantenimento di tutte le condizioni economiche e di orario, nonché turni di lavoro continuati. Purtroppo, la vaga proposta aziendale trasmessa alle OO.SS. non rifletteva quanto paventato inizialmente dalla società ai propri dipendenti. Di qui la richiesta del sindacato di apportare le relative modifiche, ad esclusione dell’adozione del calendario sammarinese che resta una barzelletta puramente inventata.
Posto che in sede di negoziato non esiste il prendere o lasciare e che i “rilanci”, come li definisce l’azienda, fanno parte delle comuni dinamiche che interessano le trattative, va ricordato che è stata la società a stoppare la contrattazione. A fronte di ciò, ritenere i lavoratori responsabili dell’aggravio di costi per la collettività in conseguenza degli ammortizzatori sociali cui hanno diritto in quanto licenziati dall’azienda stessa, è a dire poco scandaloso, tanto più se tale considerazione viene espressa da chi nel tempo ha beneficiato, legittimamente, di significativi incentivi offerti dal sistema.
Per quanto riguarda il ripristino dell’ambiente di lavoro a seguito della rimozione dei macchinari, essendo presenti a terra quantità rilevanti di oli/liquidi, oltre a cavi elettrici che fuoriuscivano dalle canaline, i dipendenti non possedevano né gli strumenti né le informazioni necessarie per poterlo fare nel rispetto dei canoni previsti dalle norme in materia di sicurezza.
Riguardo alle strumentali accuse di falsa rappresentazione della verità, che respingiamo al mittente, saremo ben lieti di dimostrare l’autenticità di quanto affermato in tutti i contesti in cui saremo chiamati.
Comunicato stampa
FLI-CSU
Federazione Unitaria Lavoratori Industria
Che il trasferimento di alcuni macchinari sia stato un “blitz “lo conferma lo stesso comunicato rilasciato dai legali dell’azienda, che parla di attuazione di lavoro programmato comunicato alle autorità competenti (di cui non si ha riscontro) ma non certo ai dipendenti o alle OO.SS.
Per quanto riguarda il mancato accordo circa il trasferimento dei dipendenti alla Modulsnap di Coriano, si precisa che l’azienda ha inizialmente proposto ai dipendenti il mantenimento di tutte le condizioni economiche e di orario, nonché turni di lavoro continuati. Purtroppo, la vaga proposta aziendale trasmessa alle OO.SS. non rifletteva quanto paventato inizialmente dalla società ai propri dipendenti. Di qui la richiesta del sindacato di apportare le relative modifiche, ad esclusione dell’adozione del calendario sammarinese che resta una barzelletta puramente inventata.
Posto che in sede di negoziato non esiste il prendere o lasciare e che i “rilanci”, come li definisce l’azienda, fanno parte delle comuni dinamiche che interessano le trattative, va ricordato che è stata la società a stoppare la contrattazione. A fronte di ciò, ritenere i lavoratori responsabili dell’aggravio di costi per la collettività in conseguenza degli ammortizzatori sociali cui hanno diritto in quanto licenziati dall’azienda stessa, è a dire poco scandaloso, tanto più se tale considerazione viene espressa da chi nel tempo ha beneficiato, legittimamente, di significativi incentivi offerti dal sistema.
Per quanto riguarda il ripristino dell’ambiente di lavoro a seguito della rimozione dei macchinari, essendo presenti a terra quantità rilevanti di oli/liquidi, oltre a cavi elettrici che fuoriuscivano dalle canaline, i dipendenti non possedevano né gli strumenti né le informazioni necessarie per poterlo fare nel rispetto dei canoni previsti dalle norme in materia di sicurezza.
Riguardo alle strumentali accuse di falsa rappresentazione della verità, che respingiamo al mittente, saremo ben lieti di dimostrare l’autenticità di quanto affermato in tutti i contesti in cui saremo chiamati.
Comunicato stampa
FLI-CSU
Federazione Unitaria Lavoratori Industria
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