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Violenza sulle donne: il Congresso di Stato da sempre al lavoro per recepire le indicazioni del GREVIO

6 dic 2022
Violenza sulle donne: il Congresso di Stato da sempre al lavoro per recepire le indicazioni del GREVIO

La Segreteria di Stato per la Giustizia e la Famiglia intende chiarire i temi che hanno portato alle linee di indirizzo presentate in risposta alle Istanze d’Arengo avanzate dall’Unione Donne Sammarinesi nell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale, con l’intento di evitare ulteriori incomprensioni e precisare le scelte alla base dell’iniziativa, con l’auspicio che cessi ogni tipo di strumentalizzazione sul tema. Il Congresso di Stato e le Segreterie di Stato competenti sono da tempo e quotidianamente al lavoro per dare risposte puntuali agli organismi internazionali, nel caso specifico alle raccomandazioni pervenute dal GREVIO, nel primo rapporto di valutazione. Numerose le attività messe in campo, soprattutto in sinergia con l’Authority per le Pari Opportunità, per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne e la violenza domestica per fornire al GREVIO e agli organismi internazionali le risposte richieste. A tal proposito si rileva come l’Authority Pari Opportunità, in ottemperanza alle raccomandazioni del GREVIO abbia attuato una lunga serie di progetti ampiamente illustrati nel suo riferimento in risposta alle istanze d’Arengo presentate e pubblicato sul sito www.consigliograndeegenerale.sm.

Nel rimarcare l’importanza del lavoro fatto e che si intende fare, per il contrasto alla violenza sulle donne e la violenza domestica, è bene specificare come sia ferrea la volontà di approcciare il tema in maniera istituzionale e non affrontandolo con i presupposti che emergono nelle Istanze presentate. Per quanto riguarda il mancato coinvolgimento della società civile attribuito dagli istanti, si intende porre inversamente la questione: per quale motivo le stesse Istanze non sono state oggetto di preventivo confronto con l’Authority Pari Opportunità sui dati e sulle iniziative che la stessa ha già posto in essere? Riconosciamo l’importanza del coinvolgimento della società civile, come caldeggiato dal GREVIO, ma consideriamo prioritario il riconoscimento e la centralità delle Istituzioni preposte. Risulta difficile comprendere chi vuole far passare il messaggio che il Governo sia inerme e indifferente di fronte a un problema di tale portata per mero protagonismo politico. Non è con campagne denigratorie come quella apparsa in questi giorni sulla stampa, tantomeno favorendo Istanze con dati disincentivanti alla denuncia, che ci si schiera a favore delle donne.

I casi di violenza sulle donne e sui minori dal 1° gennaio 2017 al 30 settembre 2022 risultano essere 135, dei quali 9 sono stati archiviati per prescrizione in fase istruttoria. Di questi, 6 sono stati archiviati nel 2017, 1 nel 2018 e 2 nel 2019. Dal 2020, anche a seguito dell’emanazione delle disposizioni del Dirigente Giovanni Canzio, non ci sono più state archiviazioni per prescrizione in fase istruttoria. In riferimento alla fase del giudizio afferente al medesimo periodo e di competenza del Giudice Decidente, sono stati decisi con sentenza 19 casi in primo grado e 2 in appello, di cui 3 con disposizione di proscioglimento e 18 con condanna. Sono stati inoltre definiti 5 casi con decreto penale. Sono dunque improprie le informazioni fornite al GREVIO dai professionisti legali e, da questo riportati nell’Osservazione n.187 dove si afferma che “un numero stimato di 545 casi è caduto in prescrizione nel 2017, molti dei quali erano casi di violenza domestica”. Come già sopra riportato, i casi caduti in prescrizione nel 2017 risultano essere 6, un numero che, per quanto ogni singolo caso sia da considerare gravissimo, dista, e non poco, da quelli utilizzati in premessa da chi ha presentato l’Istanza. Le accuse rivolte non mutano e non muteranno l’impegno del Congresso di Stato per il contrasto dei fenomeni violenti, di violenza domestica e di violenza verso donne e bambini così come proseguirà l’attività di assistenza alle persone e alle famiglie. Resta il dispiacere per come argomenti così delicati vengano strumentalizzati, soprattutto a danno di chi dovrebbe essere tutelato.








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