Ci sono gli Scout in chiesa, quei ragazzi che ha cresciuto. E c'è la sua maestra, che lo saluta in quel paradosso generazionale che solo la morte può creare. I sammarinesi arrivano alla spicciolata nel santuario di Borgo, già un'ora prima del funerale. Arrivano i parenti, gli amici italiani, i compagni di associazionismo e quelli del volontariato. Mescolati agli esponenti delle istituzioni, praticamente mezzo governo. Davanti all'altare, vicino alla bara, ci sono gli oggetti africani e la corda da arrampicata: a testimoniare la passione per la montagna e l'impegno per la missione di Padre Marcellino. Lui non ci può essere, reduce da un intervento, ma da Roma manda il saluto all'uomo che ha sposato la causa del Congo, sperando che la fiamma missionaria non si attenui e qualcun altro prenda il suo posto. Sono tante le voci, al termine della celebrazione, a ricordare che l'amore seminato da Marco non andrà perduto, che resterà un punto di riferimento per la sua generosità e il suo sorriso.”Camminavi con la fede”, ricordano gli amici. Scatta l'applauso in chiesa, in una liturgia dove i ricordi cercano di rubare spazio al dolore. Ma il momento più forte arriva dalle parole della moglie Paola: “vedervi tutti qui – dice - vuol dire che i legami che ha creato Marco sono saldi. Grazie per tenerci così stretti perchè ne abbiamo un po' bisogno”.
Poi Borgo Maggiore si riprende il suo cittadino, almeno per un po', lo stringe tra le braccia, lo accompagna nelle sue vie per restituire, almeno in parte, l'amore ricevuto.
Finisce così l'addio a Marco Casali, con la strada chiusa dalla Polizia civile e il feretro che parte verso Ravenna per la cremazione.
Giovanna Bartolucci
Poi Borgo Maggiore si riprende il suo cittadino, almeno per un po', lo stringe tra le braccia, lo accompagna nelle sue vie per restituire, almeno in parte, l'amore ricevuto.
Finisce così l'addio a Marco Casali, con la strada chiusa dalla Polizia civile e il feretro che parte verso Ravenna per la cremazione.
Giovanna Bartolucci
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