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Caso 'Siri': dipendenti della Bac riferiscono di aver ricevuto pressioni e minacce

Gli imputati sono l'ex vicedirettore della Bac Tiberio Serafini e la funzionaria Flavia Astolfi. Non ammessi, come testimoni, l'ex senatore della Lega e i beneficiari effettivi della banca

di Luca Salvatori
22 nov 2024
Nei riquadri l'ex senatore Armando Siri (foto archivio) e la sede di BAC
Nei riquadri l'ex senatore Armando Siri (foto archivio) e la sede di BAC

In apertura di udienza il Commissario della Legge Antonella Volpinari ha letto l'ordinanza con cui ha respinto la richiesta difensiva volta ad ammettere come testimoni l'ex senatore Armando Siri e Ambrogio ed Emanuele Rossini, quali beneficiari effettivi della Bac-Ibs. Gli imputati sono l'ex vicedirettore della banca Tiberio Serafini – oggi presente in aula - e Flavia Astolfi, responsabile corporate identity. Serafini deve rispondere di amministrazione infedele e ostacolo alla vigilanza, reato quest'ultimo contestato anche a Flavia Astolfi. Al centro del procedimento la concessione, nel 2019, di due mutui chirografari senza adeguate garanzie: 761mila euro all'ex senatore Siri e circa 600mila alla Tf Holding.

Oggi ascoltati sei testi, dipendenti o ex dipendenti della banca, e tutti hanno riferito di pressioni dall'ex direttore Marco Perotti – che ha già patteggiato una multa da 900 euro – e, direttamente o indirettamente, dai due imputati, per ottenere i pareri favorevoli degli uffici preposti, così da poter concedere i mutui. L'allora responsabile di filiale corporate, ha dichiarato di aver ricevuto anche minacce di licenziamento e di essere stato trattato a male parole in un incontro con Perotti, gli imputati e altri dirigenti, per non aver modificato come richiesto, ma solo in parte, il parere sul mutuo alla Tf Holding. “Quella pratica veniva spinta – ha affermato – ma non doveva neppure essere istruita”. Il responsabile dell'ufficio crediti ha invece chiarito che, nel caso del finanziamento Siri, nonostante le pressioni ricevute, non espresse parere positivo - per una serie di anomalie, su garanzie, durata e tasso - e il parere fu poi rilasciato dal suo superiore Serafini.

Un dipendente, dell'ufficio informatico della banca, ha riferito di aver 'cancellato' un capoverso del parere negativo su Tf Holding – grazie ai poteri che solo lui aveva, quale amministratore di sistema - su richiesta degli imputati: di qui l'accusa di ostacolo alla vigilanza. Pochi mesi dopo – per quella modifica ad una pratica che in gergo era 'congelata' e quindi intoccabile - subì un provvedimento disciplinare di sospensione, per violazione del regolamento interno, deciso dalla governance della banca, che nel frattempo era cambiata. Già emerso, durante la fase istruttoria, che tutte le rate dei mutui al centro processo risultano regolarmente pagate.





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