Fiumi di fango hanno investito Freetown, capitale della Sierra Leone. Diversi i quartieri spazzati via a causa delle intense piogge abbattutesi durante la notte, che hanno tramutato la collina che domina la città in una valanga di fango. 321 i corpi riemersi dalle acque e dalle macerie, 60 dei quali bambini. Il numero però è destinato a crescere; sono infatti almeno 600 le persone ancora disperse. Circa seimila quelle rimaste senza casa. È iniziata inoltre una corsa contro il tempo per arginare il rischio di epidemie legate all’acqua come tifo e colera, per cui sono già in moto le squadre di soccorso Onu. La pioggia però non sembra l’unica colpevole della frana, infatti la deforestazione e la rapida costruzione di case senza un’adeguata pianificazione del drenaggio, hanno amplificato l’effetto delle inondazioni. Quella delle alluvioni è una delle piaghe che affligge da tempo la repubblica africana; già nel 2015 infatti un altro fiume di fango aveva ucciso una decina di persone e distrutto migliaia di abitazioni.
Francesca Canti
Francesca Canti
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