Il magistrato dirigente Valeria Pierfelici ha archiviato, per prescrizione processuale e decorrenza dei termini, il procedimento nei confronti del commercialista ex vice-presidente di Banca Centrale, Stefano Bizzocchi, aperto dopo la denuncia del Presidente Wafik Grais per rivelazione del segreto d'ufficio.
L'indagine nei confronti di Bizzocchi era stata aperta il 28 settembre 2016 in seguito ad una denuncia del Presidente di Banca Centrale Wafik Grais, per rivelazione del segreto d'ufficio. Reato che prevede una pena da tre mesi ad un anno. All'origine della denuncia una mail di scuse che Bizzocchi voleva inviare a Grais perchè tra i due – siamo a marzo 2016 - i nervi erano molto tesi e Grais ne esigeva le dimissioni, altrimenti – disse a Bizzocchi, l'allora Segretario alle Finanze Capicchioni – non sarebbe rientrato in Repubblica.. All'origine dei dissidi – riferisce l'avvocato di Bizzocchi, Rossano Fabbri – la questione del tetto stipendi in Bcsm e il capitolo Npl ma soprattuto una mail inviata da Bizzocchi a Grais, dopo la riunione del consiglio direttivo Bcsm del 16 marzo.
Il commercialista, indicato in Bcsm da Pdcs e Ps, si confrontò con i suoi referenti politici e Marco Gatti, all'epoca Segretario del Pdcs, ritocco' – solo nella forma – la mail di scuse che Bizzocchi fece poi pervenire a Grais. Il Presidente di Bcsm si accorse, leggendo l'e-mail, che tutta la corrispondenza poteva essere stata letta anche da Gatti, al quale inavvertitamente era arrivata la mail iniziale con la convocazione del Consiglio Direttivo e il relativo ordine del giorno.
Bizzocchi, di fronte agli inquirenti, durante l'interrogatorio, ha sostanzialmente ammesso di aver compiuto una leggerezza nell'utilizzo dello smartphone, evidenziando quindi che si è trattato di un'azione involontaria: si trovava in vacanza con la famiglia e non aveva strumenti piu' idonei di uno smartphone, per inviare e-mail. Il documento divulgato non conteneva, in ogni caso, elementi sensibili, a parere del difensore di Bizzocchi che si sofferma anche sulle tempistiche della vicenda. L'e-mail oggetto dell'indagine è stata spedita il 16 marzo 2016 e Grais ha denunciato il 27 settembre, quasi sei mesi dopo l'episodio, nell'ultimo giorno utile prima della scadenza dei termini. Bizzocchi nel frattempo si era già dimesso da Banca Centrale e si era candidato alle elezioni. Candidatura che però dovette ritirare perchè indagato. L'avvocato Rossano Fabbri preannuncia, intanto, ulteriori iniziative giudiziarie non escludendo una querela per calunnia, con conseguente richiesta di risarcimento danni.
l.s.
L'indagine nei confronti di Bizzocchi era stata aperta il 28 settembre 2016 in seguito ad una denuncia del Presidente di Banca Centrale Wafik Grais, per rivelazione del segreto d'ufficio. Reato che prevede una pena da tre mesi ad un anno. All'origine della denuncia una mail di scuse che Bizzocchi voleva inviare a Grais perchè tra i due – siamo a marzo 2016 - i nervi erano molto tesi e Grais ne esigeva le dimissioni, altrimenti – disse a Bizzocchi, l'allora Segretario alle Finanze Capicchioni – non sarebbe rientrato in Repubblica.. All'origine dei dissidi – riferisce l'avvocato di Bizzocchi, Rossano Fabbri – la questione del tetto stipendi in Bcsm e il capitolo Npl ma soprattuto una mail inviata da Bizzocchi a Grais, dopo la riunione del consiglio direttivo Bcsm del 16 marzo.
Il commercialista, indicato in Bcsm da Pdcs e Ps, si confrontò con i suoi referenti politici e Marco Gatti, all'epoca Segretario del Pdcs, ritocco' – solo nella forma – la mail di scuse che Bizzocchi fece poi pervenire a Grais. Il Presidente di Bcsm si accorse, leggendo l'e-mail, che tutta la corrispondenza poteva essere stata letta anche da Gatti, al quale inavvertitamente era arrivata la mail iniziale con la convocazione del Consiglio Direttivo e il relativo ordine del giorno.
Bizzocchi, di fronte agli inquirenti, durante l'interrogatorio, ha sostanzialmente ammesso di aver compiuto una leggerezza nell'utilizzo dello smartphone, evidenziando quindi che si è trattato di un'azione involontaria: si trovava in vacanza con la famiglia e non aveva strumenti piu' idonei di uno smartphone, per inviare e-mail. Il documento divulgato non conteneva, in ogni caso, elementi sensibili, a parere del difensore di Bizzocchi che si sofferma anche sulle tempistiche della vicenda. L'e-mail oggetto dell'indagine è stata spedita il 16 marzo 2016 e Grais ha denunciato il 27 settembre, quasi sei mesi dopo l'episodio, nell'ultimo giorno utile prima della scadenza dei termini. Bizzocchi nel frattempo si era già dimesso da Banca Centrale e si era candidato alle elezioni. Candidatura che però dovette ritirare perchè indagato. L'avvocato Rossano Fabbri preannuncia, intanto, ulteriori iniziative giudiziarie non escludendo una querela per calunnia, con conseguente richiesta di risarcimento danni.
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