In fuga da quella domenica 19 agosto, quando era evaso dal carcere dei Cappuccini insieme al complice, Achille Lia, dopo aver aggredito un Gendarme. Per oltre un mese nessuna traccia di lui. Qualche giorno fa, segnalazioni della sua presenza a Marsiglia insieme alla notizia, non confermata, di un presunto arresto proprio in Francia. Con tutta probabilità, invece, non si sarebbe mai spostato dall'Italia e comunque le indagini si sarebbero da subito concentrate attorno alla provincia veneta. Albano Ahmetovic, bosniaco di 32 anni, è stato arrestato dai Carabinieri di Castelmassa il 25 settembre. Erano sulle sue tracce da tempo, tenendo sotto controllo alcune delle abitazioni di nomadi, imparentati con il latitante, e in particolare quella della compagna, che ha da poco partorito.
L'uomo è stato intercettato dall'Arma a Bergantino, un altro piccolo comune del rodigino, a bordo di un'auto risultata rubata di recente a Bologna. Ahmetovic – lo ricordiamo – stava scontando in carcere a San Marino 18 mesi per furto. Per l'evaso era partito l'avviso di ricerca attivato da Interpol San Marino, ma l'uomo era già noto alle forze dell'ordine italiane: molti i precedenti - tra cui porto abusivo d'armi, furto e minacce. E proprio nello stivale era già ricercato, dopo che era evaso dagli arresti domiciliari, a Rimini, tranciandosi il braccialetto elettronico. Da lì, la fuga a San Marino e la successiva cattura sul Titano.
Un caso dunque diverso rispetto a quello di Achille Lia, arrestato dalla Mobile di Forlì lo scorso 4 settembre – da poco tornato in libertà -. Per il suo fermo la Repubblica di San Marino ha dovuto emettere richiesta di estradizione internazionale, poiché su Lia in Italia non gravavano pendenze penali.
AS
L'uomo è stato intercettato dall'Arma a Bergantino, un altro piccolo comune del rodigino, a bordo di un'auto risultata rubata di recente a Bologna. Ahmetovic – lo ricordiamo – stava scontando in carcere a San Marino 18 mesi per furto. Per l'evaso era partito l'avviso di ricerca attivato da Interpol San Marino, ma l'uomo era già noto alle forze dell'ordine italiane: molti i precedenti - tra cui porto abusivo d'armi, furto e minacce. E proprio nello stivale era già ricercato, dopo che era evaso dagli arresti domiciliari, a Rimini, tranciandosi il braccialetto elettronico. Da lì, la fuga a San Marino e la successiva cattura sul Titano.
Un caso dunque diverso rispetto a quello di Achille Lia, arrestato dalla Mobile di Forlì lo scorso 4 settembre – da poco tornato in libertà -. Per il suo fermo la Repubblica di San Marino ha dovuto emettere richiesta di estradizione internazionale, poiché su Lia in Italia non gravavano pendenze penali.
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