Li adescava in chat, li plagiava, ne vinceva le resistenze e poi li convinceva ad avere rapporti sessuali con lui a pagamento. L'accusa nei confronti di Gabriele Paolini è pesantissima. Anche se i tre ragazzini identificati nei video girati dallo stesso Paolini, al magistrato hanno fornito una versione di agghiacciante disincanto: "per noi era l'uomo della tv", dunque quello che facevano con lui "era normale". Anzi Paolini, per i due sedicenni romani e un loro coetaneo romeno, "bravi ragazzi", studenti, era l'amico famoso di cui vantarsi con gli amici. Un personaggio noto da frequentare e del quale si fidavano al punto da diventarne amici. Al punto da farsi plagiare e avere atti sessuali per poche decine di euro. Perché il gip Alessandra Tudino nelle 14 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare sottolinea le esigenze "di difesa sociale": Paolini infatti mette in atto nei confronti dei ragazzini un "insistente tentativo di persuasione, pur a fronte delle palesi resistenze oppostegli, con modalità espressive di reiterata e collaudata tecnica di induzione". Abile e freddo dunque nella capacità di vincere rifiuti e resistenze di ragazzini magari mostrandosi amico: li accompagnava in auto ovunque, li presentava ai genitori, a casa dei quali si intrattenevano tutti insieme davanti ad una tazza di the. Le cose, però, poi cambiavano, in una cantina semibuia nella zona di piazza Bologna, a Roma, dove si consumavano gli abusi sessuali. Prestazioni per le quali, Gabriele Paolini, il disturbatore più noto della televisione italiana, era pronto a pagare dai 15 ai 40 euro. Ora è detenuto nel carcere di Regina Coeli per le accuse di induzione alla prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. Ad incastrarlo una denuncia presentata dai titolari di un laboratorio fotografico di Riccione. Il negozio aveva ricevuto via internet, da un punto vendita di Roma, alcuni file da stampare che ritraevano scene di sesso tra Paolini e alcuni ragazzi minorenni. Indagini serrate quelle svolte dai carabinieri coordinati dai pm della procura capitolina. In pochi giorni è stato possibile ricostruire il modus operandi di Paolini, che tra l'altro da qualche mese non faceva mistero della sua attività come attore in film porno, che aveva come vittime dei suoi abusi due minorenni italiani e uno romeno, tutti studenti. "Spesso uscivamo con lui, ci portava al bowling e a conoscere i genitori. Il padre - hanno detto i ragazzini al pm Claudia Terracina - ci ha perfino insegnato a giocare a briscola". Per loro, per le vittime, "non c'era nulla di anomalo", ma leggendo l'ordinanza di custodia cautelare quello che emerge è il profilo di una persona che ha messo in atto il suo piano con "freddezza, professionalità ed abilità". Per il magistrato siamo in presenza di "un quadro di assoluta svalutazione della altrui libertà, con acclarata incapacità di governo dei propri impulsi antisociali". Nel provvedimento di circa 14 pagine, il gip Alessandra Tudino, sottolinea come Paolini "non solo non ha esitato ad indurre diversi minorenni ad atti sessuali mercenari, ma ne ha documentato le prestazioni con l'intento di diffondere il materiale". Un quadro indiziario pesante al quale Paolini potrebbe rispondere con la sua versione già mercoledì mattina quando si svolgerà l'interrogatorio di garanzia.
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