A sentenza il processo ad una sammarinese accusata di aver turbato funzioni religiose e quiete pubblica alla Casa San Michele. Imputata assolta ma atti trasmessi all'inquirente per approfondire eventi accaduti dopo il maggio del 2017.
Oggi c'è stata l'assoluzione dell'imputata ma le indagini potrebbero riaprirsi sui controversi - e più recenti - rapporti di vicinato tra Casa San Michele e una donna residente nelle immediate vicinanze. Da anni la signora – che vive con un figlio e la madre, cagionevoli di salute - lamenta schiamazzi durante la permanenza di gruppi ospiti della struttura ed ha avviato anche azioni legali che però sono state archiviate. Casa San Michele, a sua volta, l'aveva diffidata e poi querelata, arrivando al processo, per aver disturbato funzioni religiose, anche proferendo bestemmie, oppure mettendo, ad alto volume, musica “satanica” - sono parole del sacerdote della struttura – o ancora azionando trombe da stadio.
Le testimonianze ascoltate in aula per accreditare questa versione sono state tuttavia ritenute insufficienti dallo stesso Procuratore del Fisco che quindi non ha chiesto la condanna, ma la trasmissione degli atti all'inquirente per verificare episodi, non considerati in questo procedimento, successivi al maggio 2017 e citati da una testimone.
Il difensore dell'imputata, avvocato Achille Campagna, in relazione all'accusa alla donna di aver interrotto funzioni religiose anche proferendo bestemmie, ha messo in evidenza che nessuno dei testimoni ha – di fatto - confermato le circostanze. E se, anziché a Casa San Michele “ha bestemmiato all'interno della sua abitazione - ha sottolineato - non è un reato. Tutti bestemmiano in privato – ha sostenuto il legale – anche i preti”. Considerazione che ha suscitato reazioni di stupore in aula ma l'avvocato ha ottenuto l'assoluzione della sua assistita, anche se un contenzioso resta potenzialmente aperto con la trasmissione degli atti all'inquirente.
l.s.
Oggi c'è stata l'assoluzione dell'imputata ma le indagini potrebbero riaprirsi sui controversi - e più recenti - rapporti di vicinato tra Casa San Michele e una donna residente nelle immediate vicinanze. Da anni la signora – che vive con un figlio e la madre, cagionevoli di salute - lamenta schiamazzi durante la permanenza di gruppi ospiti della struttura ed ha avviato anche azioni legali che però sono state archiviate. Casa San Michele, a sua volta, l'aveva diffidata e poi querelata, arrivando al processo, per aver disturbato funzioni religiose, anche proferendo bestemmie, oppure mettendo, ad alto volume, musica “satanica” - sono parole del sacerdote della struttura – o ancora azionando trombe da stadio.
Le testimonianze ascoltate in aula per accreditare questa versione sono state tuttavia ritenute insufficienti dallo stesso Procuratore del Fisco che quindi non ha chiesto la condanna, ma la trasmissione degli atti all'inquirente per verificare episodi, non considerati in questo procedimento, successivi al maggio 2017 e citati da una testimone.
Il difensore dell'imputata, avvocato Achille Campagna, in relazione all'accusa alla donna di aver interrotto funzioni religiose anche proferendo bestemmie, ha messo in evidenza che nessuno dei testimoni ha – di fatto - confermato le circostanze. E se, anziché a Casa San Michele “ha bestemmiato all'interno della sua abitazione - ha sottolineato - non è un reato. Tutti bestemmiano in privato – ha sostenuto il legale – anche i preti”. Considerazione che ha suscitato reazioni di stupore in aula ma l'avvocato ha ottenuto l'assoluzione della sua assistita, anche se un contenzioso resta potenzialmente aperto con la trasmissione degli atti all'inquirente.
l.s.
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