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Auto sammarinesi immatricolate in Italia: documentazione falsa, in corso indagini a Napoli

Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti: "Tutto è partito dalle nostre attività di monitoraggio del sistema". RF preannuncia un'interrogazione. Il Governo italiano verso una 'stretta' anti-frode Iva

di Luca Salvatori
10 nov 2023

Il condizionale è d'obbligo ma pare siano oltre 1.300 le auto finite in una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli che sta indagando per una maxi-truffa. Stando ad indiscrezioni, per gran parte delle vetture veniva dissimulato l'acquisto a San Marino con documentazione falsificata, per poi procedere con l'immatricolazione in Italia, senza pagare l'Iva, poiché a differenza dei veicoli provenienti dagli altri Stati comunitari, per quelli formalmente provenienti da San Marino "non è previsto alcun controllo preventivo da parte degli Uffici dell'Agenzia delle entrate”.

“Il tutto – commenta il Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti – è partito tempo fa quando dalle nostre attività di monitoraggio del sistema è emerso che il settore della compravendita di automezzi stava registrando picchi significativi e quindi abbiamo iniziato un monitoraggio specifico. Da lì sono partite attività, di concerto con le autorità italiane, sulla base degli accordi di scambio di informazioni. Sono emerse circostanze per le quali San Marino, attraverso le sue autorità, è già intervenuta. Attraverso questi controlli è addirittura emerso che vi erano delle immatricolazioni fatte con documentazione sammarinese, ma a San Marino i mezzi non erano mai entrati... quindi San Marino era completamente estraneo. Abbiamo appreso che in Italia è stato aperto un procedimento penale e sappiamo che anche a San Marino ci sono segnalazioni all'attenzione dell'autorità giudiziaria”.

L'estate scorsa le immatricolazioni in Italia di auto acquistate a San Marino – riferisce un noto rivenditore del Titano - sono rimaste bloccate per circa un mese, prima di riprendere regolarmente con la presentazione di prassi del modulo F24 che riporta il numero di telaio e l'ammontare dell'Iva assolta e riscontri diretti. Un adempimento – prosegue il rivenditore – non gravoso, per auto nuove o seminuove, mentre diventa molto più complicato quando si tratta di auto usate, molto datate, per le quali è più difficile risalire alla documentazione che certifica il pagamento dell'imposta.

Con la prossima manovra finanziaria del Governo Meloni la nuova prassi più stringente potrebbe diventare obbligatoria: “Sono necessari approfondimenti. Quello che emerge– dichiara Gatti – è la necessità di una collaborazione specifica sul settore degli automezzi”.

Su tutta questa vicenda Repubblica Futura ha preannunciato il deposito di una interrogazione parlamentare, paventando il ritorno al modello delle cosiddette truffe carosello degli anni '90 con pesanti conseguenze nel rapporto bilaterale con l'Italia.





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