La Guardia di finanza ha sequestrato beni immobiliari e autovetture di lusso di proprietà degli amministratori del Cantiere navale di Pesaro per una presunta bancarotta fraudolenta e una frode fiscale da 120 milioni di euro. Diciannove milioni, anticipati per la costruzione di sei gasiere commissionate dalla società controllante Fvh di Novara, sono finiti nelle tasche degli amministratori, che vivono nel Principato di Monaco. E la Fvh avrebbe incamerato nel tempo altre decine di milioni sottratti al cantiere.
Le Fiamme gialle hanno messo sotto sequestro preventivo e probatorio, in vista della confisca, sei immobili di lusso e quattro veicoli fra Milano e Novara, per un valore commerciale complessivo di circa 10 milioni di euro. Le indagini sono nate dalla relazione redatta nell'ambito della procedura di fallimento del Cantiere: secondo gli investigatori, gli amministratori, gli stessi della Fvh, avrebbero perseguito un disegno preordinato a svuotare le casse dell'azienda: nel tempo la Fvh ha beneficiato di numerosi 'prestiti' frutto della distrazione di denaro dal cantiere, ottenuti senza alcuna giustificazione contabile né contrattuale. Lo stato passivo del Cantiere Navale oggi ammonta a 120 milioni di euro, più i mancati versamenti dell'Iva e delle imposte dirette relativi agli anni 2009 e 2010. Gli amministratori sono indagati per bancarotta fraudolenta e omesso versamento di Iva e Irpef: in caso di condanna, rischiano fino a dieci anni di reclusione.
Le Fiamme gialle hanno messo sotto sequestro preventivo e probatorio, in vista della confisca, sei immobili di lusso e quattro veicoli fra Milano e Novara, per un valore commerciale complessivo di circa 10 milioni di euro. Le indagini sono nate dalla relazione redatta nell'ambito della procedura di fallimento del Cantiere: secondo gli investigatori, gli amministratori, gli stessi della Fvh, avrebbero perseguito un disegno preordinato a svuotare le casse dell'azienda: nel tempo la Fvh ha beneficiato di numerosi 'prestiti' frutto della distrazione di denaro dal cantiere, ottenuti senza alcuna giustificazione contabile né contrattuale. Lo stato passivo del Cantiere Navale oggi ammonta a 120 milioni di euro, più i mancati versamenti dell'Iva e delle imposte dirette relativi agli anni 2009 e 2010. Gli amministratori sono indagati per bancarotta fraudolenta e omesso versamento di Iva e Irpef: in caso di condanna, rischiano fino a dieci anni di reclusione.
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