Con l'operazione “Controsenso” la Guardia di Finanza di Rimini ha scoperto il coinvolgimento di quattro istituti di credito in un caso di bancarotta fraudolenta costata la denuncia a 13 persone e culminata con il sequestro – in Italia e a San Marino- di 17 milioni di euro. Secondo le indagini del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza le banche, tre istituti riminesi e uno sammarinese (la BAC) , erano complici nel distrarre dal fallimento di un'azienda grosse somme di denaro sotto forma di finanziamenti ipotecari: l'azienda in questione è la TitanBagno, che nel 2009 da San Marino si era trasferita in Italia diventando Make. Il percorso inverso a quello di tante altre aziende cui deve il nome -“Controsenso” -l'operazione delle Fiamme Gialle. Riconducibili agli amministratori di fatto e di diritto, un imprenditore di 48 anni e il socio di 52, due società sammarinesi fortemente indebitate che attraverso l'azienda avevano la possibilità di accendere ipoteche bancarie con garanzie patrimoniali. Patrimonio poi fagocitato dal fallimento. A tutto vantaggio delle banche – secondo la Gdf di Finanza- che in questo modo potevano monetizzare e recuperare i crediti vantati nei confronti della società senza aspettare i tempi del fallimento. “Le banche non sono rientrate di niente- si limita a commentare il direttore e amministratore delegato di BAC Pierpaolo Fabbri- il piano era finalizzato alla tutela del progetto imprenditoriale dell'azienda”.
Sara Bucci
Sara Bucci
Riproduzione riservata ©