Prima di tornare a scuola i giovanissimi bolognesi si sono lanciati via web l'appuntamento per una surreale resa dei conti di fine estate. L'escalation di insulti e provocazioni che andava avanti da giorni sul social network Ask (sotto accusa nel Nord Europa come regno di cyberbullismo) è sfociata ieri nel tardo pomeriggio in una maxi-rissa tra circa 250 ragazzi tra i 14 e i 18 anni ai Giardini Margherita, parco pubblico a ridosso del centro storico e dei colli. I motivi della sfida tra due grosse bande si riassumerebbero in un'ancestrale e allo stesso tempo moderna questione di 'censo'. I due gruppi si sono autoproclamati 'Bolobene' e 'Bolofeccia': da una parte, in sostanza, c'erano i liceali delle scuole della città, dall'altra i ragazzi degli istituti tecnici della periferia, che contavano nelle loro file anche diversi stranieri. Ora sulla vicenda sono già al lavoro due Procure: quella dei Minori e quella ordinaria, che ha aperto un'inchiesta per rissa aggravata e istigazione a delinquere, intendendo la rete come fosse la piazza, benché virtuale, dove il reato è stato in qualche maniera provocato. La 'chiamata' di Ask ha funzionato: ''E' vero che domani vai ai Giardini con il lanciafiamme a bruciare la Bolofeccia?'', si chiedeva uno dell'altra fazione. Per 'saperlo', ai Giardini sono arrivati in circa 250. Alla rissa hanno partecipato attivamente alcune decine, mentre gli altri per lo più assistevano, probabilmente spalleggiavano gli amici e quasi tutti sono corsi via quando sono arrivate a sirene spiegate diverse gazzelle dei carabinieri, avvisati dai tanti frequentatori del parco spaventati dalla gazzarra, persone che facevano jogging, ma anche mamme con passeggini. Sono volati più che altro cazzotti, e i contusi sono stati medicati sul posto, altri se ne sono tornati a casa con qualche livido. Qualcuno ha parlato di coltelli, ma per il momento non ci sono riscontri. Subito i militari hanno identificato una decina di ragazzi, ma non dovrebbe essere difficile arrivare a breve a una ricostruzione più precisa. ''Abbiamo la certezza - ha detto il procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna Valter Giovannini - che all'episodio hanno partecipato anche maggiorenni e di riuscire a identificare a breve numerosi dei partecipanti''. Giovannini ha definito l'episodio ''demenziale, ma molto triste. Da non sottovalutare assolutamente''. Sarà lungo il lavoro della Procura minorile, guidata dal procuratore Ugo Pastore, che intende sentire una ad una le persone coinvolte e i genitori. Al di là dei profili penali, ''per noi l'aspetto più importante è capire se alle spalle dei ragazzi ci sono famiglie idonee oppure se ci sono carenze, latitanze educative. Insomma bisognerà capire come si è arrivati a questo punto''.
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