L'epilogo in una zona disabitata di San Giovanni; con la deflagrazione controllata della bomba d'aereo caduta in territorio 80 anni fa. Tutto come da programma in questo 11 febbraio; con disagi ridotti al minimo. Di fronte ad una situazione tutto sommato inedita, la risposta corale del Paese: Istituzioni, volontari, cittadini. Un migliaio quelli sgomberati dalla “zona rossa” di Ponte Mellini; alle 7 di mattina era già completamente “sigillata”. Nessuna lamentela – vista anche l'informazione preventiva -, e situazione assolutamente tranquilla sulle strade; presidiate in modo capillare dalle Forze dell'Ordine.
I più hanno trovato ospitalità da parenti o amici; solo una decina al Multieventi. L'ISS, dal canto suo, si era già da tempo organizzata - fra le altre cose - per il trasporto delle persone non deambulanti. A coordinare il tutto la Gendarmeria; massiccio l'impegno della Protezione Civile. In un comunicato congiunto delle Segreterie Esteri e Territorio un ringraziamento particolare all'Esercito Italiano: intervenuto per la prima volta sul suolo sammarinese per un'attività di questo tipo. Fase più delicata la rimozione degli inneschi; all'interno della struttura di contenimento allestita nel luogo di rinvenimento del residuato bellico.
Grazie alla perizia e all'esperienza degli artificieri del Genio Ferrovieri, l'operazione è stata completata con estrema rapidità. L'ordigno, ormai inerte, è stato caricato su un mezzo militare; e dopo la partenza del convoglio - alle 10.45 circa - le persone evacuate hanno potuto fare ritorno alle proprie case. L'unità di crisi riunita al Comando della Gendarmeria ha costantemente monitorato ogni fase. Fino all'ultimo atto, nel ventaglio calanchivo del Rio Cà Chiavello; dove la bomba, collocata in una profonda buca, è stata ricoperta da grandi quantità di terra, prima del definitivo brillamento.
Nel servizio l'intervista al Colonnello Marco Silenzi (Comandante Reggimento Genio Ferrovieri Esercito Italiano)