I carabinieri hanno oggi setacciato di nuovo la zona del ritrovamento del cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione a Belvedere Fogliense, nei pressi di Tavullia (Pesaro Urbino) alla ricerca di ulteriori elementi utili per individuare le cause del decesso, in particolare lame o corpi contundenti. Il corpo presenta infatti un taglio netto al torace, all'altezza del cuore, ma è difficile capire se sia stato determinante nel provocare la morte per le condizioni della salma, rimasta all'aperto ed esposta all'azione di animali per un mese tanto che mancano anche alcuni organi interni. Formalmente l'uomo non è stato ancora identificato, anche se vari indizi puntano verso un operaio nigeriano di 30 anni, Stanley Agho, residente a Montegridolfo (Rimini), scomparso da circa un mese, la cui sorella ha riconosciuto i resti degli indumenti indosso al cadavere. Per avere la certezza che si tratti di lui si attende l'esito dell'esame del Dna che sarà comparato dai carabinieri del Ris con quello dei familiari: i tempi potrebbero essere abbastanza brevi. Intanto gli investigatori stanno conducendo accertamenti sulla vita del trentenne, che era arrivato a Montegridolfo da pochi mesi e viveva con la sorella in una casa popolare. Poco prima di scomparire aveva perso il lavoro e inizialmente si era pensato ad un gesto disperato. Ma la ferita appare incompatibile con un suicidio e ora non si esclude che sia stato colpito altrove, forse anche poco distante, e che sia stato trasportato oppure che si sia trascinato da solo tra rovi e piante.
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