Il parco eolico di Isola Capo Rizzuto produce 250 milioni di kilowattora di energia all'anno, equivalenti al fabbisogno della Repubblica di San Marino ma dal 2008, un anno prima di cominciare la sua attività, è sotto indagine. Uno degli azionisti – Nicola Arena – è nipote ed omonimo di un boss della 'ndrangheta e, pur essendo incensurato, ha fatto sorgere al Pm della Dda di Catanzaro il sospetto che dietro la gestione dell'impianto ci fosse la criminalità organizzata. La società proprietaria del parco eolico, la Wind Farm, è partecipata con una quota del 19% anche dalla sammarinese Seas Srl che fa capo a Maximiliano Gobbi. Gli indagati sono numerosi e la vicenda giudiziaria è particolarmente complessa perchè si incrociano diversi procedimenti che hanno seguito iter paralleli con esiti contraddittori. Il parco eolico è stato sequestrato nel luglio 2012, dissequestrato a fine ottobre dello stesso anno e ri-sequestrato a fine luglio del 2013. Contro questa ultima decisione del Tribunale della Libertà di Catanzaro il legale della Seas, l'avvocato Alessandro Petrillo, ha presentato ricorso in cassazione e ora si attende solo la data dell'udienza. Petrillo, certo delle prove a discarico del suo assitito, ricorda che il Gip, a suo tempo, dissequestrò il parco eolico sulla base di una corposa perizia che dimostrava l'assoluta trasparenza dei finanziamenti. La cassazione, per decidere – osserva Petrillo - dovrà valutare le stesse carte. Ottimista anche lo stesso Maximiliano Gobbi: “Siamo sereni – ci ha detto - nel senso che si risolverà tutto nel modo a noi favorevole”.
Riproduzione riservata ©