Maggioranza in preallarme sulle tante vicende giudiziarie nuovamente al centro dell'interesse generale. E' attesa a breve una posizione pubblica, dopo le riflessioni compiute tra Dc, Psd e Ap e all'interno del governo stesso. Di carne al fuoco ce n'è tanta, dall'inchiesta “Chalet” al libro nero di Finproject, al conto Mazzini di Banca commerciale. “Chalet” e il conto “Mazzini” hanno un comune denominatore, la Banca Commerciale Sammarinese. Da quest'ultima è partito infatti il bonifico milionario effettuato durante il blocco dei pagamenti, soldi al centro dell'operazione veneta. L'inchiesta, tra l'altro, resta a Venezia, il gip ha bocciato la richiesta dei legali di Piergiorgio Baita, ex ad del Gruppo Mantovani, che volevano spostarla a Padova. Sull'esistenza del conto Mazzini invece arriva la conferma, non di poco conto, di Giuseppe Roberti, ex presidente, che lo ha definito in linea con le norme allora previste dall'ordinamento giuridico sammarinese. E difatti fino a pochi anni fa era consuetudine intestare libretti al portatore a nomi di assoluta fantasia. Bastava che, al tempo stesso, comparissero i dati anagrafici del vero intestatario. Il problema del conto Mazzini è che i dati erano trasversali: la data di nascita corrispondeva a quella di una persona, nella fattispecie uno dei 5 politici che movimentava i conti, l'indirizzo era di un altro, e così via. Sul conto pare siano transitati decine di milioni: chi li ha messi sul conto, e a quale scopo, è da chiarire. Roberti, che si è allontanato da San Marino, ha voluto affidare ad una lunga lettera la sua difesa. E la chiude con una nota sarcastica, dicendo di essere consapevole di avere nemici, specie tra coloro che si trincerano nel loro orticello e impediscono un effettivo sviluppo dell'economia sammarinese: “vedi galassia BCS”, conclude.
Francesca Biliotti
Testo integrale lettera Giuseppe Roberti.
“Egregio Direttore,
negli ultimi tempi il mio nome, in maniera più o meno diretta, è stato diverse volte tirato in ballo sui mass media sammarinesi in relazione a situazioni legate alla Banca Commerciale di San Marino nonché all'alto incarico diplomatico di Ambasciatore a disposizione della Repubblica di San Marino.
Ritengo sia arrivato il momento di fare alcune precisazioni e riflessioni per chiarire ogni questione e per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco che si sta ingenerando sul mio nome.
Per quanto concerne il mio incarico diplomatico, osservo che lo stesso mi è sì stato effettivamente revocato, ma solo a seguito di dimissioni da me rassegnate, come risulta incontrovertibilmente dalla comunicazione del segretario di Stato agli Affari Esteri, dott. Pasquale Valentini.
Sulla vicenda BCS, premetto che sin dalla sua fondazione sono stato consigliere, vice presidente e da ultimo presidente nel periodo più difficile della ancor giovane storia della stessa Banca, coinciso con una truffa per decine di milioni di euro perpetrata a danno della stessa che, anche grazie al mio operato, è stata scoperta; rammento che per questo fatto il CdA ha presentato denunce dettagliate al Tribunale che per alcuni fatti ancora indaga.
Mi preme sottolineare che nell'ultimo anno la realtà di BCS è stata oggetto di molteplici dibattiti che hanno generato una forte attenzione mediatica.
Come tutti sanno, siamo ormai al termine del commissariamento e diverse appaiono le situazioni da chiarire; mi auguro che non ci siano ricadute sul sistema, come è possibile sia avvenuto nel corso del periodo di blocco dei pagamenti che ha costretto il governo ad intervenire per superare la rigidità del blocco stesso.
Altra cosa che andrà chiarita è la vicenda relativa al famoso bonifico milionario effettuato proprio durante il periodo del blocco dei pagamenti, vicenda che in questi giorni riscuote una forte attenzione mediatica e che ha ripercussioni anche in Italia.
Altra vicenda che andrà chiarita è quella relativa ad un tentativo di scalata alla BCS, che ha determinato pesanti ricadute sulla sostenibilità dell'istituto stesso; sarà interessante sapere chi erano gli scalatori ma anche i loro sponsor.
Per quel che riguarda invece la ridda di notizie in merito al cosiddetto “Conto Mazzini”, preciso che per quanto a mia conoscenza l'operatività dello stesso è stata sempre in linea con le norme a suo tempo previste dall'ordinamento giuridico sammarinese.
Ho sempre agito nel rispetto delle regole; nel caso in cui dovessero eventualmente essere accertati errori nello svolgimento delle mie funzioni, sono certo che emergerà che gli stessi non sono stati frutto di malafede o di malaffare.
Quale membro del CdA della BCS mi sono sempre battuto per il buon funzionamento del “sistema banca”, impedendo operatività dubbiose e ricoprendo incarichi delicati e difficili quanto poco ambiti, come per esempio allorquando ho ricoperto la carica di Responsabile dell'Antiriciclaggio, subendo in quel periodo addirittura un'indagine che – lo rammento – si è conclusa con un provvedimento di archiviazione; in quella vicenda, come sempre, ho prestato piena collaborazione alle competenti autorità, rispettando le regole e non venendo mai meno ai miei doveri.
A riprova del mio corretto modo di agire, mi sono attivato per far entrare nel CdA della banca persone competenti, che avevano ricoperto in Italia ruoli di primissimo piano in materia di finanza, affinché mi affiancassero nel controllo del malaffare che in quel periodo gravitava nella Repubblica di San Marino.
Sono consapevole di avere nemici soprattutto fra coloro che incapaci di confrontarsi col mercato globale, trincerati nel loro orticello, impediscono un effettivo sviluppo dell'economia sammarinese.
Mi consenta, per concludere, una nota sarcastica: “vedi galassia BCS”!!!
Cordialità.
Giuseppe Roberti
Francesca Biliotti
Testo integrale lettera Giuseppe Roberti.
“Egregio Direttore,
negli ultimi tempi il mio nome, in maniera più o meno diretta, è stato diverse volte tirato in ballo sui mass media sammarinesi in relazione a situazioni legate alla Banca Commerciale di San Marino nonché all'alto incarico diplomatico di Ambasciatore a disposizione della Repubblica di San Marino.
Ritengo sia arrivato il momento di fare alcune precisazioni e riflessioni per chiarire ogni questione e per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco che si sta ingenerando sul mio nome.
Per quanto concerne il mio incarico diplomatico, osservo che lo stesso mi è sì stato effettivamente revocato, ma solo a seguito di dimissioni da me rassegnate, come risulta incontrovertibilmente dalla comunicazione del segretario di Stato agli Affari Esteri, dott. Pasquale Valentini.
Sulla vicenda BCS, premetto che sin dalla sua fondazione sono stato consigliere, vice presidente e da ultimo presidente nel periodo più difficile della ancor giovane storia della stessa Banca, coinciso con una truffa per decine di milioni di euro perpetrata a danno della stessa che, anche grazie al mio operato, è stata scoperta; rammento che per questo fatto il CdA ha presentato denunce dettagliate al Tribunale che per alcuni fatti ancora indaga.
Mi preme sottolineare che nell'ultimo anno la realtà di BCS è stata oggetto di molteplici dibattiti che hanno generato una forte attenzione mediatica.
Come tutti sanno, siamo ormai al termine del commissariamento e diverse appaiono le situazioni da chiarire; mi auguro che non ci siano ricadute sul sistema, come è possibile sia avvenuto nel corso del periodo di blocco dei pagamenti che ha costretto il governo ad intervenire per superare la rigidità del blocco stesso.
Altra cosa che andrà chiarita è la vicenda relativa al famoso bonifico milionario effettuato proprio durante il periodo del blocco dei pagamenti, vicenda che in questi giorni riscuote una forte attenzione mediatica e che ha ripercussioni anche in Italia.
Altra vicenda che andrà chiarita è quella relativa ad un tentativo di scalata alla BCS, che ha determinato pesanti ricadute sulla sostenibilità dell'istituto stesso; sarà interessante sapere chi erano gli scalatori ma anche i loro sponsor.
Per quel che riguarda invece la ridda di notizie in merito al cosiddetto “Conto Mazzini”, preciso che per quanto a mia conoscenza l'operatività dello stesso è stata sempre in linea con le norme a suo tempo previste dall'ordinamento giuridico sammarinese.
Ho sempre agito nel rispetto delle regole; nel caso in cui dovessero eventualmente essere accertati errori nello svolgimento delle mie funzioni, sono certo che emergerà che gli stessi non sono stati frutto di malafede o di malaffare.
Quale membro del CdA della BCS mi sono sempre battuto per il buon funzionamento del “sistema banca”, impedendo operatività dubbiose e ricoprendo incarichi delicati e difficili quanto poco ambiti, come per esempio allorquando ho ricoperto la carica di Responsabile dell'Antiriciclaggio, subendo in quel periodo addirittura un'indagine che – lo rammento – si è conclusa con un provvedimento di archiviazione; in quella vicenda, come sempre, ho prestato piena collaborazione alle competenti autorità, rispettando le regole e non venendo mai meno ai miei doveri.
A riprova del mio corretto modo di agire, mi sono attivato per far entrare nel CdA della banca persone competenti, che avevano ricoperto in Italia ruoli di primissimo piano in materia di finanza, affinché mi affiancassero nel controllo del malaffare che in quel periodo gravitava nella Repubblica di San Marino.
Sono consapevole di avere nemici soprattutto fra coloro che incapaci di confrontarsi col mercato globale, trincerati nel loro orticello, impediscono un effettivo sviluppo dell'economia sammarinese.
Mi consenta, per concludere, una nota sarcastica: “vedi galassia BCS”!!!
Cordialità.
Giuseppe Roberti
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