Hanno un nome e cognome gli autori della barbara uccisione di un lupo a Coriano.
Si tratta di O.F. del ’36 e R.L. del ’75: ora devono rispondere di maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di lupo, specie animale particolarmente protetta.
La macabra scoperta era avvenuta lo scorso 4 novembre. A Ospedaletto di Coriano, appeso alla pensilina della fermata dell’autobus, i militari scoprivano la carcassa di un lupo appeso per le zampe posteriori, con del fil di ferro. Il povero animale veniva inizialmente trasportato al Servizio Veterinario dell’AUSL di Rimini, per una prima ispezione: aveva il cranio fracassato, un buco gli attraversava il muso ed era stato trafitto verosimilmente da un forcone sul petto e sulla pancia.
Scattavano le indagini del Nucleo investigativo del carabinieri di Rimini e del Gruppo Forestale nella zona del ritrovamento, e subito si concentravano su un furgone bianco, ripreso alle ore 04:00 del 4 novembre che si fermava per circa 40 secondi proprio di fronte alla fermata dell’autobus.
Veniva individuato un Volkswagen Transporter di colore bianco intestato ad un’azienda agricola ubicata in zona. La successiva perquisizione portava alla luce tracce di sangue e peli. L’accertamento anatomopatologico e di laboratorio, finalizzato a stabilire la causa della morte del lupo, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Forlì, consentiva di appurare che l’animale era stato prima avvelenato poi massacrato.
Ad incastrare i due uomini la comparazione del Dna dell'animale con le tracce ritrovate sul furgone: I militari hanno scoperto nell'azienda anche: macellazione clandestina di animali, maltrattamento di animali, abbandono di rifiuti da parte di soggetti titolari di impresa, detenzione illecita di animali pericolosi. Ora sono stati deferiti alle autorità l’Amministratore dell’Azienda 43 anni e l'intestatario dello stabile adibito a stalla e macello di 82 anni.
Contributo fondamentale quello dell'Istituto Zooprofilattico di Grosseto, come ci ha detto il comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Rimini, Aldo Terzi nell'intervista
Il video diffuso dai Carabinieri di Rimini
Si tratta di O.F. del ’36 e R.L. del ’75: ora devono rispondere di maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di lupo, specie animale particolarmente protetta.
La macabra scoperta era avvenuta lo scorso 4 novembre. A Ospedaletto di Coriano, appeso alla pensilina della fermata dell’autobus, i militari scoprivano la carcassa di un lupo appeso per le zampe posteriori, con del fil di ferro. Il povero animale veniva inizialmente trasportato al Servizio Veterinario dell’AUSL di Rimini, per una prima ispezione: aveva il cranio fracassato, un buco gli attraversava il muso ed era stato trafitto verosimilmente da un forcone sul petto e sulla pancia.
Scattavano le indagini del Nucleo investigativo del carabinieri di Rimini e del Gruppo Forestale nella zona del ritrovamento, e subito si concentravano su un furgone bianco, ripreso alle ore 04:00 del 4 novembre che si fermava per circa 40 secondi proprio di fronte alla fermata dell’autobus.
Veniva individuato un Volkswagen Transporter di colore bianco intestato ad un’azienda agricola ubicata in zona. La successiva perquisizione portava alla luce tracce di sangue e peli. L’accertamento anatomopatologico e di laboratorio, finalizzato a stabilire la causa della morte del lupo, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Forlì, consentiva di appurare che l’animale era stato prima avvelenato poi massacrato.
Ad incastrare i due uomini la comparazione del Dna dell'animale con le tracce ritrovate sul furgone: I militari hanno scoperto nell'azienda anche: macellazione clandestina di animali, maltrattamento di animali, abbandono di rifiuti da parte di soggetti titolari di impresa, detenzione illecita di animali pericolosi. Ora sono stati deferiti alle autorità l’Amministratore dell’Azienda 43 anni e l'intestatario dello stabile adibito a stalla e macello di 82 anni.
Contributo fondamentale quello dell'Istituto Zooprofilattico di Grosseto, come ci ha detto il comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Rimini, Aldo Terzi nell'intervista
Il video diffuso dai Carabinieri di Rimini
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