Al processo per corruzione nei cantieri l'importante deposizione dell'ispettore di polizia civile che ha svolto l'inchiesta per conto del magistrato inquirente.
Subito la prima notizia: “Relativamente al periodo dell'inchiesta – sono state le parole dell'ispettore Morri – non abbiamo trovato un solo verbale della sicurezza del lavoro relativo alle società del gruppo Bacciocchi”. Per “gruppo Bacciocchi”, così battezzato per comodità, ha puntualizzato lo stesso ispettore, si intende una serie di società riconducibili a vario titolo alla Fincapital e allo stesso Livio Bacciocchi o a sua moglie Monica Fantini. Sono Finedil, Investimenti immobiliari, Infissoro, Style Decor e Edilizia Re.
Dal 2005 al 2011, ha continuato Morri, verificando la situazione bancaria di Paolo Berardi e Davide Mularoni, i due funzionari pubblici che per l'accusa sarebbero stati pagati per eludere i controlli, sono stati riscontrati costanti versamenti di denaro contante in banca. Un conto corrente era stato aperto presso l'Asset Banca. “Berardi – ha puntualizzato l'ispettore – aveva cessato i versamenti alla fine del 2010, Mularoni li aveva continuati anche nel 2011, ma molto meno”. Nelle società controllate erano state trovate alcune annotazioni, nomi abbreviati, riconducibili a certe somme di denaro, dai 200 ai 400 euro mensili, in un registro battezzato “mastro salda conti”. Le abbreviazioni erano “isp.”, “ispett.”, “extra”, “varie”, “sicurezza lavoro”, “s/l”. Non ci sono, ha ancora puntualizzato l'ispettore incalzato dagli avvocati della difesa, elementi diretti di collegamento tra le dazioni di denaro e i versamenti sui conti, anche se in un paio di occasioni la polizia civile ha notato che il giorno in cui venivano corrisposte tali dazioni era lo stesso giorno dei versamenti, di somme più o meno simili. Prima dell'ispettore aveva testimoniato uno degli ex amministratori della Infissoro, un'altra società della cosiddetta “galassia Bacciocchi”: legato da stretti vincoli di parentela alla nipote di Livio Bacciocchi, l'uomo, che ha rilasciato la sua testimonianza a fatica, spesso in difficoltà nel comprendere le richieste che gli venivano rivolte, ha confermato di aver avuto come referente proprio la sua parente e non Livio Bacciocchi e che ha scoperto le anomalie di questi somme in contanti versate bimestralmente solo quando fu chiamato in tribunale. Il processo riprende il 21 gennaio, l'avvocato di parte civile Gianna Burgagni chiamerà a deporre anche Renzo Ghiotti e Francesco Pedini Amati, quest'ultimo fratello del consigliere Federico, chiamati in causa dall'ex imprenditrice imputata Laura Zanetti, proprio per smontare la sua deposizione.
Francesca Biliotti
Subito la prima notizia: “Relativamente al periodo dell'inchiesta – sono state le parole dell'ispettore Morri – non abbiamo trovato un solo verbale della sicurezza del lavoro relativo alle società del gruppo Bacciocchi”. Per “gruppo Bacciocchi”, così battezzato per comodità, ha puntualizzato lo stesso ispettore, si intende una serie di società riconducibili a vario titolo alla Fincapital e allo stesso Livio Bacciocchi o a sua moglie Monica Fantini. Sono Finedil, Investimenti immobiliari, Infissoro, Style Decor e Edilizia Re.
Dal 2005 al 2011, ha continuato Morri, verificando la situazione bancaria di Paolo Berardi e Davide Mularoni, i due funzionari pubblici che per l'accusa sarebbero stati pagati per eludere i controlli, sono stati riscontrati costanti versamenti di denaro contante in banca. Un conto corrente era stato aperto presso l'Asset Banca. “Berardi – ha puntualizzato l'ispettore – aveva cessato i versamenti alla fine del 2010, Mularoni li aveva continuati anche nel 2011, ma molto meno”. Nelle società controllate erano state trovate alcune annotazioni, nomi abbreviati, riconducibili a certe somme di denaro, dai 200 ai 400 euro mensili, in un registro battezzato “mastro salda conti”. Le abbreviazioni erano “isp.”, “ispett.”, “extra”, “varie”, “sicurezza lavoro”, “s/l”. Non ci sono, ha ancora puntualizzato l'ispettore incalzato dagli avvocati della difesa, elementi diretti di collegamento tra le dazioni di denaro e i versamenti sui conti, anche se in un paio di occasioni la polizia civile ha notato che il giorno in cui venivano corrisposte tali dazioni era lo stesso giorno dei versamenti, di somme più o meno simili. Prima dell'ispettore aveva testimoniato uno degli ex amministratori della Infissoro, un'altra società della cosiddetta “galassia Bacciocchi”: legato da stretti vincoli di parentela alla nipote di Livio Bacciocchi, l'uomo, che ha rilasciato la sua testimonianza a fatica, spesso in difficoltà nel comprendere le richieste che gli venivano rivolte, ha confermato di aver avuto come referente proprio la sua parente e non Livio Bacciocchi e che ha scoperto le anomalie di questi somme in contanti versate bimestralmente solo quando fu chiamato in tribunale. Il processo riprende il 21 gennaio, l'avvocato di parte civile Gianna Burgagni chiamerà a deporre anche Renzo Ghiotti e Francesco Pedini Amati, quest'ultimo fratello del consigliere Federico, chiamati in causa dall'ex imprenditrice imputata Laura Zanetti, proprio per smontare la sua deposizione.
Francesca Biliotti
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