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Ddl Salvamare: manca solo l'ok del Senato. Tra gli obiettivi la lotta all'inquinamento da plastica

di Maria Letizia Camparsi
9 apr 2022

Immaginate un camion della spazzatura che riversa il suo contenuto nell'acqua ogni minuto. È l'equivalente della plastica che si trova nei mari e negli oceani, circa 8 milioni di tonnellate all'anno, secondo i report di settore. Un allarme che non si può ignorare e così in Italia si attende l'ultimo passaggio al Senato per l'approvazione finale della Legge Salvamare. Tra gli obiettivi c'è la sensibilizzazione e l'organizzazione di campagne di pulizia per combattere l'inquinamento da plastica, responsabile del 90% dei danni provocati alle specie marine. "Si pensa alla pulizia dei fiumi e alla raccolta di microfibre e tutto ciò che va a inquinare i mari - spiega Domenico Aiello, responsabile dell'Ufficio Legale Wwf -. E' una legge che pensa anche a sostenere i pescatori, la categoria che più di tutti può aiutare a ripulire il mare". Un pacchetto di norme che, accogliendo le richieste del Wwf e del mondo della pesca, introdurrebbe anche la decisiva classificazione dei rifiuti accidentalmente pescati come semplici rifiuti urbani, facilitando il conferimento a terra e lo smaltimento. Così verrebbero superate le difficoltà incontrate dai pescatori che contribuiscono con senso di responsabilità allo sforzo comune di pulizia dell'ambiente marino. Come Tomas Parenti, di cui avevamo raccontato la storia nel 2019, che assieme all'equipaggio di cui è capitano è l'unico pescatore di Rimini a raccogliere la plastica in mare. “Ma il ddl Salvamare non è abbastanza", frena lui. Per incentivare a raccogliere i rifiuti servono dei contributi. Ciò che lo spinge, ci racconta, è l'amore per il luogo in cui è cresciuto. "Ma al settore manca la cultura e spesso i pescatori – spiega – sono i primi a gettare plastica in mare”.

Nel video l'intervista a Domenico Aiello, responsabile dell'Ufficio Legale Wwf




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