Inchiesta pugliese sulla gestione dei fallimenti pendenti al tribunale di Bari. Chiamato in causa, il commercialista Enzo Zafferani ribadisce la sua estraneità e convoca per domani una conferenza stampa. “Estraneo ai fatti contestati” per i quali avrebbe presentato da oltre un anno richiesta di archiviazione. Enzo Zefferani, noto commercialista sammarinese si difende e rigetta in pieno toni e contenuti dell’articolo apparso ieri su La Repubblica, che ne amplifica il ruolo nell’inchiesta della procura di Lecce. Indagati una decina fra giudici, avvocati, commercialisti con capi di accusa che vanno dal peculato alla corruzione per atto d’ufficio per la gestione condizionata – fra mazzette, pagamenti gonfiati, finte compravendite - dei fallimenti pendenti al tribunale di Bari. E per La Repubblica “la mente delle operazioni sarebbe a San Marino”, proprio nello studio del commercialista del Titano. “Non sono la mente di nulla – dice con fermezza Zafferani - il solo legame con la vicenda riguarda il mio ruolo quale liquidatore di una finanziaria sammarinese, ma i tempi non coincidono”. Ed è il legale, Moreno Maresi, a specificare: “I fatti contestati risalgono al periodo 2005-2007, mentre il mio assistito è stato nominato nella società solo nel 2009”. Si dicono certi dell’inesistenza delle prove, confidano in una celere soluzione della vicenda, ma intanto il commercialista vuole fare piena chiarezza e convoca per domani mattina una conferenza stampa proprio nel suo studio di Dogana.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
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