Creavano fondi neri per poi trasferirli a San Marino mediante assegni bancari, per più di 30 milioni di euro. A scoprire la frode la Guardia di Finanza di Cervia, al secondo filone di un'indagine che nel novembre dello scorso anno smascherò il rappresentante legale di due società operanti nel settore edile. Questa volte a dover rispondere di omessa dichiarazione, emissione di false fatturazioni e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte sono i due soci riminesi di una società a vocazione internazionale con sede in Lombardia, specializzata in montaggio e manutenzione di grossi impianti produttivi. Il sistema è il solito, quello delle cosiddette società "cartiere", di 'carta' appunto. Coperture create per emettere fatture di operazioni inesistenti. Le due verifiche fiscali hanno permesso di accertare che le prestazioni indicate nelle fatture si riferivano a consulenze tecniche, prestazioni di personale specializzato, esecuzione di lavori meccanici e noleggi di attrezzature per migliaia di euro. Peccato che le società non avevano alcun dipendente né attrezzature per realizzare i lavori. I fondi neri venivano poi trasferiti nelle banche sammarinesi: quali non è dato saperlo fino alla conclusione delle indagini, che confermano una volta di più come le forme più sofisticate di evasione fiscali si avvalgano di società che operano sul mercato internazionali.
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