Creavano società immobiliari intestate a prestanome – una anche a San Marino - fingendo compravendite di terreni ed edifici con il solo scopo di ottenere finanziamenti senza mai restituirli alle banche. A scoprire la truffa la Guardia di Finanza di Forlì.
Le fiamme gialle hanno denunciato 13 tra imprenditori e professionisti e messo sotto sequestro un terreno edificabile, vicino al casello di Cattolica, del valore di 5 milioni di euro.
Le indagini della Procura di Forlì sono cominciate dai controlli per appropriazione indebita aggravata a carico di un geometra forlivese 56enne, a capo di una società attiva nel settore immobiliare. Il meccanismo della truffa era semplice: l'organizzazione, composta da 13 tra imprenditori e professionisti, tutti sostanzialmente riconducibili a tre nuclei familiari, aveva costituito alcune società immobiliari a Forlì, una a Cesena e una a San Marino con lo scopo di 'gonfiare' i prezzi di mercato per ottenere finanziamenti da istituti di credito ed evadere il fisco . Una volta che le società acquirenti arrivavano al dissesto venivano messe in liquidazione senza restituire i finanziamenti bancari accesi e senza versare le imposte all'erario. Secondo gli inquirenti dal 2002 al 2012 gli indagati sono riusciti ad appropriarsi illecitamente beni per 7,5 milioni di euro e denaro per 680.000 Euro. Il danno per i creditori è stato stimato in 10 milioni di euro: 5 alle banche; 3 milioni di euro di evasione fiscale e 2 milioni di altri debiti.
Le fiamme gialle hanno denunciato 13 tra imprenditori e professionisti e messo sotto sequestro un terreno edificabile, vicino al casello di Cattolica, del valore di 5 milioni di euro.
Le indagini della Procura di Forlì sono cominciate dai controlli per appropriazione indebita aggravata a carico di un geometra forlivese 56enne, a capo di una società attiva nel settore immobiliare. Il meccanismo della truffa era semplice: l'organizzazione, composta da 13 tra imprenditori e professionisti, tutti sostanzialmente riconducibili a tre nuclei familiari, aveva costituito alcune società immobiliari a Forlì, una a Cesena e una a San Marino con lo scopo di 'gonfiare' i prezzi di mercato per ottenere finanziamenti da istituti di credito ed evadere il fisco . Una volta che le società acquirenti arrivavano al dissesto venivano messe in liquidazione senza restituire i finanziamenti bancari accesi e senza versare le imposte all'erario. Secondo gli inquirenti dal 2002 al 2012 gli indagati sono riusciti ad appropriarsi illecitamente beni per 7,5 milioni di euro e denaro per 680.000 Euro. Il danno per i creditori è stato stimato in 10 milioni di euro: 5 alle banche; 3 milioni di euro di evasione fiscale e 2 milioni di altri debiti.
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