Era tutto incerto in quei mesi drammatici, quando il virus dilagava. Salute, futuro; per i cittadini italiani ogni cosa pareva in discussione. Il Governo intervenne per evitare un collasso dell'economia; da qui bonus locazioni, sisma, facciate. Ma a quanto pare alcuni scellerati decisero di lucrare da questa situazione, commercializzando falsi crediti d'imposta per la cifra monstre di 440 milioni di euro. Base operativa a Rimini, ramificazioni in tutta Italia. Questo, quantomeno, è il quadro emerso dalla complessa attività investigativa della Guardia di Finanza. Il Titano ha fatto la sua parte nel sostegno agli inquirenti; già all'inizio, del resto, si erano ipotizzati depositi in Paesi a fiscalità leggera.
A poco meno di un anno dalla scoperta della presunta maxi-frode, il cerchio ora si stringe. La Procura di Rimini ha emesso l'avviso di conclusione indagini nei confronti di 43 persone, con la richiesta di giudizio immediato per altri 10 componenti del sodalizio, considerati tra i maggiori responsabili della truffa. E soprattutto vi sono nuovi sequestri, per altri 2,6 milioni. Immobili, anche di di pregio; gioielli, rolex e borse di lusso occultati in buona parte in cassette di sicurezza nella disponibilità degli indagati. Fra i beni aggrediti in quest'ultima fase pure disponibilità finanziarie presso istituti di credito sammarinesi. Si tratterebbe di alcune decine di migliaia di euro, depositati da più persone.
Dalla Repubblica – sottolinea il Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle – vi è stata “disponibilità e collaborazione, in relazione agli strumenti di polizia giudiziaria a valenza extranazionale utilizzati”. L'azione iniziata un anno fa – aggiunge il Colonnello Alessandro Coscarelli – non si è fermata e sta avendo risvolti concreti, sia dal punto di vista giudiziario che patrimoniale. “Stiamo arrivando a riprendere l'importo di quasi tutto ciò che era stato frodato allo Stato”; ancora in corso rogatorie internazionali.