Al netto di alcune conferme, e di una serie di “non doversi procedere” - per intervenuta prescrizione -, non poche sentenze di riforma hanno caratterizzato l'esito degli appelli di cui è stata data notizia in giornata. Vicende che suscitarono emozione, come il tragico incidente alla Ciarulla del marzo di 4 anni fa; costato la vita ad un 45enne. Era in sella ad una moto, quando – in fase di sorpasso -, andò ad urtare un'auto che stava per svoltare. Condanna a 3 mesi, inizialmente, per il conducente di quest'ultima, che pare comunque procedesse a velocità moderata; in Appello infine l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato.
Stessa formula per il titolare di un'azienda agricola di Lesignano, a fronte di una condanna a 9 mesi – in primo grado – a seguito di un infortunio sul lavoro nel quale morì un artigiano moldavo. Stava svolgendo lavori in una parte di abitazione privata, quando restò schiacciato da una pila di pannelli di cartongesso. La Difesa del committente aveva contestato il nesso di causalità. Tesi probabilmente accolta in Appello; da qui l'assoluzione nel merito.
Potrebbe poi avere un certo peso, a livello giurisprudenziale, un'altra sentenza cui ha dato lettura il Commissario della Legge Vico Valentini. L'ambito generale è quello del “Conto Mazzini”, che aveva riguardato anche la compagna dell'ex Segretario Podeschi, Biljana Baruca. Vista l'impossibilità della donna a partecipare alle udienze di appello, le contestazioni nei suoi confronti erano state stralciate, optando per un secondo grado “in autonomia”. Nel frattempo, però, le ormai note decisioni nei confronti degli altri imputati, sulla scorta della pronuncia del Collegio Garante in tema di riciclaggio. Nell'ottica di una uniformità di giudizio, allora, l'assoluzione resa nota in giornata; così come la revoca delle confische per equivalente.
Confermate invece quelle aventi ad oggetto le somme e l'immobile attualmente sotto sequestro. Aperta, dunque, sul punto – alla luce delle recenti innovazioni normative -, la possibilità di un ricorso in terza istanza, non essendovi condanna. E ciò, secondo alcuni, potrebbe in prospettiva riaprire la partita – in fase di esecuzione – sulle confische del “Mazzini”.