Le speranze scemano ma si scava ancora all'hotel Rigopiano, investito e sepolto nei giorni scorsi da una slavina. Finora sono state salvate 11 persone, mentre al momento sono 6 le vittime accertate e 24 risultano i dispersi.
Nel pomeriggio di ieri è stato individuato il cadavere di un uomo, la sesta vittima accertata. Nel conto dei dispersi, che sono ora 24, c'è anche un senegalese di 22 anni che lavorava come inserviente nell'albergo. La sua presenza è stata segnalata da uno dei superstiti, che lo ha visto il giorno della slavina. Tuttavia, né familiari né amici dell'immigrato hanno comunicato la sua scomparsa alle autorità.
Intanto scoppia il caso del ritardo nei soccorsi. Dall'hotel fu spedita una mail 11 ore prima della slavina per chiedere un intervento. L'amministratore dell'albergo, Bruno Di Tommaso, alle 7 del mattino di mercoledì 18 gennaio, inviò un messaggio di posta elettronica alla prefettura e alla Provincia di Pescara, al sindaco di Farindola e alla polizia provinciale segnalando una "situazione preoccupante" con telefoni fuori uso e ospiti "terrorizzati" usciti dall'albergo dopo le forti scosse di terremoto, e intenzionati a rifugiarsi nelle loro auto. Alle 17.30 circa dello stesso giorno l'hotel fu inghiottito da una valanga di 120.000 tonnellate a 100 chilometri orari.
Intanto l'inchiesta accelera. "Io penso che, entro una settimana, saremo in grado ragionevolmente di fare un primo punto sulle indagini", ha detto il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini, che coordina l'inchiesta con il sostituto Andrea Papalia. Al vaglio dei pm diversi faldoni che si ingrossano man mano con testimonianze, licenze edilizie dell'albergo, rilievi cartografici, fotografie dei luoghi, tabulati telefonici, piano neve e bollettini meteo. Sulla base dei riscontri i magistrati decideranno se vi sono le condizioni per eventuali avvisi di garanzia a carico di indagati.
Nel pomeriggio di ieri è stato individuato il cadavere di un uomo, la sesta vittima accertata. Nel conto dei dispersi, che sono ora 24, c'è anche un senegalese di 22 anni che lavorava come inserviente nell'albergo. La sua presenza è stata segnalata da uno dei superstiti, che lo ha visto il giorno della slavina. Tuttavia, né familiari né amici dell'immigrato hanno comunicato la sua scomparsa alle autorità.
Intanto scoppia il caso del ritardo nei soccorsi. Dall'hotel fu spedita una mail 11 ore prima della slavina per chiedere un intervento. L'amministratore dell'albergo, Bruno Di Tommaso, alle 7 del mattino di mercoledì 18 gennaio, inviò un messaggio di posta elettronica alla prefettura e alla Provincia di Pescara, al sindaco di Farindola e alla polizia provinciale segnalando una "situazione preoccupante" con telefoni fuori uso e ospiti "terrorizzati" usciti dall'albergo dopo le forti scosse di terremoto, e intenzionati a rifugiarsi nelle loro auto. Alle 17.30 circa dello stesso giorno l'hotel fu inghiottito da una valanga di 120.000 tonnellate a 100 chilometri orari.
Intanto l'inchiesta accelera. "Io penso che, entro una settimana, saremo in grado ragionevolmente di fare un primo punto sulle indagini", ha detto il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini, che coordina l'inchiesta con il sostituto Andrea Papalia. Al vaglio dei pm diversi faldoni che si ingrossano man mano con testimonianze, licenze edilizie dell'albergo, rilievi cartografici, fotografie dei luoghi, tabulati telefonici, piano neve e bollettini meteo. Sulla base dei riscontri i magistrati decideranno se vi sono le condizioni per eventuali avvisi di garanzia a carico di indagati.
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