C'è attenzione mediatica sul processo in corso a San Marino: dai faldoni riemerge il caso di corruzione giudiziaria passato alla storia col nome Imi Sir, e tra gli imputati l'ex direttore di Carisp, Luca Simoni, l'unico presente in aula. Deve rispondere di riciclaggio insieme agli svizzeri Gabriele Bravi Tonossi e Filippo Dollfus, due professionisti-prestanome inseriti in ruoli chiave anche nel gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone, ex marito di Rita Rovelli. Secondo l’accusa Simoni pianificava, strutturava e movimentava i loro fondi, avvalendosi della struttura di Cassa di Risparmio cosicché le operazioni fossero a loro ricondotte e rimanessero nascosti i fondi in realtà riferibili alla figlia del petroliere Nino Rovelli ed a Francesco Bellavista Caltagirone. Importi da capogiro: 15 milioni 700 mila euro ritenuti di provenienza illecita e già riciclati attraverso numerose società off shore amministrate dai due professionisti svizzeri. L’ipotesi investigativa si basa anche su una minuziosa informativa dell’Aif, l’Agenzia di informazione finanziaria sammarinese, ed oggi tra i testimoni è stato ascoltato il direttore Nicola Veronesi, ed Annalisa Cecchetti, responsabile incaricato dell'antiriciclaggio in Carispdal 2012 al 2014. Si è cercato pertanto di fare chiarezza, mettendo in fila i fatti dalla segnalazione al blocco dell'ormai famoso bonifico da due milioni e mezzo. Subito dopo l'intervento del tribunale e l'avvio del processo, lo scorso ottobre. Prossima udienza il 26 febbraio per l'escussione degli ultimi 4 testimoni. Verosimili che il processo si concluda pertanto prima dell'estate.
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