Parla l'ex vice presidente del Consorzio Venezia Nuova Roberto Pravatà sul sistema di tangenti nella realizzazione del Mose, e chiama anche in causa San Marino. “Glielo dicevo a Giovanni (Mazzacurati, ndr) che sarebbe finita male. Lui mi rispondeva che non capivo un tubo, che bisognava andare avanti a tutti i costi”. Nel suo memoriale, spiega, ha “riportato fatti un po' più easy, e altri che assumono un rilievo penale, ma devo mantenere il segreto istruttorio”. Il Consorzio, dal 2005, spiega ancora Pravatà, subisce quasi una mutazione genetica, diventa spregiudicato. “Quando trovai strane fatture provenienti da San Marino, mi resi conto che si era passato il limite”.
Riproduzione riservata ©