Il giudice d'appello Caprioli risponde alla nota del Congresso di Stato, in merito all'allusione sulle motivazioni che hanno rallentato il processo Mazzini. Il magistrato che sta celebrando il secondo grado della “tangentopoli sammarinese” in una lunga nota riassume nel dettaglio le motivazioni che hanno portato al rinvio della prima udienza, da ricondursi esclusivamente a natura organizzativa ed all’impossibilità di fronteggiare adeguatamente il carico giudiziario penale, “dovendo – scrive- smaltire anche quello civile e amministrativo, a seguito della scomparsa del prof. Ferroni, giudice d’appello civile e amministrativo, e della ritardata presa di servizio dei nuovi giudici d’appello prof. Treggiari e Morrone”.
La nota ribadisce la natura delle sue scelte, compiute scrive “nella più totale indifferenza per le attuali vicende politiche, ed animata dal solo intento di svolgere nel migliore dei modi un compito delicatissimo ed estremamente gravoso. Che potrebbe - conclude - diventare addirittura proibitivo, se dovesse venire svolto in un clima di gratuiti sospetti e di ingiustificati attacchi alla mia persona”.