E' durato oltre due ore, nel carcere dei Cappuccini, l'interrogatorio del Commissario della Legge che ha sentito il sottufficiale della Gendarmeria accusato di uso di stupefacenti. Sentito anche il 42enne albanese, residente a Rimini, coinvolto nella vicenda e ritenuto responsabile di spaccio. Il militare era “molto dispiaciuto e affranto”, afferma il suo avvocato Rossano Fabbri, che segue il caso insieme alla collega Elena Zaghini. E si è messo a “completa disposizione” dell'autorità.
Tra gli elementi da approfondire con l'interrogatorio, proprio l'ipotesi spaccio da parte del gendarme che, è stato spiegato nelle scorse ore, consumava gli stupefacenti anche in servizio. Ma non c'è alcun riscontro in tal senso, spiega il legale: dunque si procederebbe solo sul fronte dell'utilizzo. 32 i grammi di cocaina nelle disponibilità dell'uomo poi sequestrati, insieme a un bilancino di precisione. Dagli avvocati la richiesta di concessione della difesa a piede libero o, in subordine, l'attenuazione della misura cautelare.
I controlli che hanno portato all'arresto, spiegano dalla Gendarmeria, rientrano nelle attività di monitoraggio a cui viene sottoposto ogni militare. I gendarmi, viene sottolineato, restano militari anche quando non sono in servizio e devono essere di esempio.