Trovato al Lago Azzurro di Santarcangelo il cadavere di Silvio Mannina, ucciso dal “killer di Mozzate” che ha condotto gli inquirenti nel punto esatto in cui lui stesso ha occultato il corpo ai primi di marzo, poche ore prima di uccidere la sua ex Lidia Nusdorfi.
Era coperto dalla fanghiglia e sotto il pelo dell'acqua in una pozza nella boscaglia che attornia il Lago Azzurro di Santarcangelo, il cadavere di Silvio Mannina, bolognese, 30 anni, ultimo compagno di Lidia Nusdorfi, uccisa a coltellate nel sottopassaggio della stazione di Mozzate. Dritan Demiraj, il fornaio albanese residente a Rimini, agli arresti a Como dal 2 marzo per l'omicidio della donna, sua ex compagna e madre di suo figlio, poche ore dopo l'ammissione dell'omicidio anche di Mannina ha condotto gli inquirenti nel luogo in cui aveva nascosto il cadavere dell'uomo. Una zona impervia in cui le ricerche erano già state effettuate nei giorni scorsi, senza esito. A dare le indicazioni della cava attigua al Lago Azzurro, prima di Pasuqa, era stata Monica Sanchi, riminese, convivente dell'assassino. Lei dice di non sapere nulla del duplice omicidio. Il killer invece, nella deposizione di fronte al pm, avrebbe affermato che la donna, indagata, l'avrebbe aiutato a sepellire Mannina che il fornaio albanese ha ucciso per strangolamento con un filo elettrico.
Due omicidi in poche ore tra la fine di febbraio e il primo giorno di marzo. Uccisioni efferate scatenate dalla gelosia morbosa di un uomo che, nonostante avesse una nuova relazione, non accettava la che la sua ex compagna avesse una sua vita sentimentale. Un giallo ormai chiarito in gran parte dei suoi aspetti. Resta da capire solo il ruolo effettivo dell'ultima convivente e del datore di lavoro dell'assassino. Quest'ultimo nelle prime ore dopo l'uccisione di Lidia Nusdorfi, gli aveva fornito un alibi che l'aveva scagionato dai possibili sospetti.
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Era coperto dalla fanghiglia e sotto il pelo dell'acqua in una pozza nella boscaglia che attornia il Lago Azzurro di Santarcangelo, il cadavere di Silvio Mannina, bolognese, 30 anni, ultimo compagno di Lidia Nusdorfi, uccisa a coltellate nel sottopassaggio della stazione di Mozzate. Dritan Demiraj, il fornaio albanese residente a Rimini, agli arresti a Como dal 2 marzo per l'omicidio della donna, sua ex compagna e madre di suo figlio, poche ore dopo l'ammissione dell'omicidio anche di Mannina ha condotto gli inquirenti nel luogo in cui aveva nascosto il cadavere dell'uomo. Una zona impervia in cui le ricerche erano già state effettuate nei giorni scorsi, senza esito. A dare le indicazioni della cava attigua al Lago Azzurro, prima di Pasuqa, era stata Monica Sanchi, riminese, convivente dell'assassino. Lei dice di non sapere nulla del duplice omicidio. Il killer invece, nella deposizione di fronte al pm, avrebbe affermato che la donna, indagata, l'avrebbe aiutato a sepellire Mannina che il fornaio albanese ha ucciso per strangolamento con un filo elettrico.
Due omicidi in poche ore tra la fine di febbraio e il primo giorno di marzo. Uccisioni efferate scatenate dalla gelosia morbosa di un uomo che, nonostante avesse una nuova relazione, non accettava la che la sua ex compagna avesse una sua vita sentimentale. Un giallo ormai chiarito in gran parte dei suoi aspetti. Resta da capire solo il ruolo effettivo dell'ultima convivente e del datore di lavoro dell'assassino. Quest'ultimo nelle prime ore dopo l'uccisione di Lidia Nusdorfi, gli aveva fornito un alibi che l'aveva scagionato dai possibili sospetti.
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