Era il luglio dello scorso anno, quando un dipendente della Alluminio Sammarinese si rese conto che uno dei profilati, trascinati sulla rulliera - da uno strumento denominato “puller” - era caduto. Il macchinario, riscontrando un'anomalia, si fermò. Il lavoratore a quel punto abbandonò la propria postazione per riposizionare il tubo. Ma una volta terminato l'intervento, il puller riprese a funzionare. Il dipendente, nel tentativo di evitare l'impatto, finì per l'abbattere una recinzione metallica, riportando varie lesioni: tra queste una ferita penetrante all'emitorace destro. Il classico incidente sul lavoro, insomma, per il quale sono stati rinviati a giudizio i vertici, il capoturno, ed il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda. Unico assente, oggi, in Aula, il Consigliere delegato dell'Alluminio Sammarinese: Stefano Ceccato, attuale Presidente dell'ANIS. Davanti al Giudice Battaglino, nel pomeriggio, il perito, nominato dal Giudice Inquirente. Il tecnico ha ricordato che – nell'occasione – la parte lesa era convinta di aver premuto i 2 pulsanti di blocco del macchinario; ma che in realtà ne azionò solo uno: per sua sfortuna non quello che avrebbe arrestato il puller. Il capoturno – dal canto suo – non avrebbe fornito la necessaria assistenza. Rilevata, poi, l'assenza – all'epoca – di automatismi in grado di bloccare la linea di produzione, in caso di presenza di operatori nella zona di pericolo. Sentito anche un ingegnere del Dipartimento Prevenzione dell'ISS, secondo il quale vi sarebbero state inadempienze, rispetto alle leggi vigenti in tema di infortunistica; oltre all'assenza di procedure di intervento univoche. La prossima udienza è stata fissata per il 15 dicembre.
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