L'avvocato, cui si sono rivolti la moglie libica – e il figlio maggiore dell'ex imprenditore, inseguito da 2 mandati di cattura internazionale -, ha affermato che l'arresto non ha nulla a che vedere con i processi italiani, ma sarebbe legato all'attività di "polizia marittima" per fermare i barconi di migranti. Così riferisce l'ANSA. Il legale avrebbe anche aggiunto che Lolli è detenuto in una cella da solo; e che – secondo alcune fonti - la Procura Generale di Tripoli avrebbe 3 settimane per indagare sul suo conto, per poi accusarlo formalmente o disporne il rilascio. Lolli, nella nostra ultima intervista, aveva ricordato più volte la propria attività, nel tratto di mare antistante le coste libiche. Che cosa sia successo, in queste settimane, resta un mistero. Secondo alcuni sarebbe in atto uno scontro in seno alle Istituzioni di Tripoli; e uno dei capi del Ministero, che aveva firmato l'autorizzazione ad operare, all'ex patron di Rimini Yacht, sarebbe forse caduto in disgrazia: è la tesi del giornalista Fausto Biloslavo, che qualche tempo fa, proprio a Tripoli, aveva intervistato Lolli; ora Karim, dopo la conversione all'Islam. Il reporter de “Il Giornale” - in un articolo di oggi - non esclude che Lolli “sia finito nel mirino” delle Autorità italiane; e ricorda che “il piano del Viminale, per arginare il flusso dei barconi dalla Libia, prevede entro l'anno la consegna di sei motovedette proprio al Ministero dell'Interno libico”.
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