"Braccata" anche al cimitero e costretta a reagire con "calci e borsate", Tonina Pantani chiede rispetto alla stampa a pochi giorni dai nuovi sviluppi del caso sulla morte del figlio. La madre del ciclista scomparso dieci anni fa si è sfogata su Facebook: "Io capisco tutto, ma non toglietemi la mia libertà che divento cattiva. Giornalisti e tv non ti lasciano vivere, li vedi da tutte le parti: davanti a casa e al museo, ma non accetto che mi corrano dietro al cimitero". Ieri, scrive Tonina Pantani, "ho rischiato l'infarto, erano lì da tempo che aspettavano e allora ho fatto un saluto a Marco veloce per la paura che arrivassero". Poi, prosegue lo sfogo sul social network contro l'invadenza dei cronisti, "sono entrata in chiesa per nascondermi, ma sono venuti pure lì e mi sono sentita braccata da persone che mi riprendevano: non ci ho visto più e la mia reazione è stata quella prima di parlare, ma continuavano a riprendermi e io ho cominciato a prenderli a calci e borsate". "Riaprendo il caso - conclude Tonina Pantani - pensavo di dover fare una lunga salita, ma non di scalare una montagna: ho sentito di tutto e accetto le critiche, ma non offendete le persone che non ci sono più. Chiedo più rispetto".
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