In precedenza era a tutti gli effetti un misfatto, il mancato pagamento di oneri previdenziali da parte di imprenditori; da qualche tempo è invece una semplice contravvenzione. Resta tuttavia la spia di un malessere economico in un qualche modo aggravato dalla crisi indotta dalla pandemia. Paradigmatico il caso di una sammarinese, legale rappresentante di un bar, che infine dovette chiudere. Quanto dovuto – e non versato - per contributi ISS e FONDISS era di poco superiore a 10.000 euro; comunque troppo per le sue disponibilità. La giovane madre si accordò allora con BCSM per una dilazione dei pagamenti, garantendo con un immobile di proprietà. Ma non riuscì comunque a versare alcuna rata. Inevitabile la condanna; il Giudice Morsiani, ritoccando al ribasso la richiesta del PF, ha deciso per una multa a giorni pari ad euro 800.
Per un imprenditore 53enne è stato invece dichiarato estinto il reato, perché l'uomo nel frattempo aveva versato quanto dovuto, mediante oblazione volontaria. Di tutt'altro tipo la vicenda di un 60enne catanese, già condannato per evasione fiscale, e destinatario di 4 cartelle esattoriali, per oltre 44.000 euro. Non risulta abbia fatto nulla per pagarle; e una volta chiusa la sua attività a San Marino se n'è andato. Un modo patologico di fare impresa. Ovviamente l'imputato non era presente in Aula; per lui una multa di 3.200 euro. Non è invece ancora concluso il processo nei confronti della rappresentante di una storica azienda sammarinese, finita in dissesto con un travagliato seguito di carattere legale. Contestato, in questo caso, il mancato pagamento di una cartella esattoriale di circa 11.000 euro. Ma la Difesa ha sollevato una questione che potrebbe rivelarsi decisiva: l'importo, infatti, al netto di sanzioni ed interessi, sarebbe in realtà inferiore ai 10.000 euro, ovvero la soglia di punibilità. Disposto allora un rinvio per ulteriori accertamenti. L'udienza finale il 17 dicembre.