Dopo quasi 5 anni di indagini arriva la prima udienza nel processo sulla maxifrode all'acciaio che coinvolgeva anche San Marino. Tra gli imputati, Massimo Ciancimino.
L'udienza preliminare è fissata per il 29 aprile a Ferrara. Tra i 34 imputati anche Massimo Ciancimino, figlio di Vito ex sindaco di Palermo, accusato di essere ai vertici dell'organizzazione. E' la maxifrode all'acciaio scoperta dalla Finanza di Ferrara che ha chiesto il rinvio a giudizio per reati che si sintetizzano in una maxi evasione fiscale da 100 milioni di euro e di Iva per 30 milioni. A vario titolo, gli imputati sono chiamati a rispondere di reati di evasione e frode fiscale, bancarotta, contrabbando, mendacio bancario, falsi in atti pubblici e privati. 13 le persone che furono arrestate nel corso dell'indagine, compresi i titolari delle aziende che in Italia commercializzano acciaio, per fatti risalenti tra il 2007 e il 2010, con triangolazioni fiscali e rapporti commerciali tra Ferrara, Reggio Emilia e San Marino, diventata punto focale, secondo l'accusa, per la cosiddetta “truffa carosello” contestata dagli inquirenti. Con Ciancimino vengono ritenuti ai vertici Gianluca Apolloni, Paolo Signifredi e Patrizia Gianferrari. Quest'ultima, a sua volta arrestata, era stata legale rappresentante di una società sammarinese: dietro rogatoria, la sede fu perquisita, e 10 scatoloni di documenti sequestrati. La licenza era stata sospesa dal congresso di Stato mesi prima.
F.B.
L'udienza preliminare è fissata per il 29 aprile a Ferrara. Tra i 34 imputati anche Massimo Ciancimino, figlio di Vito ex sindaco di Palermo, accusato di essere ai vertici dell'organizzazione. E' la maxifrode all'acciaio scoperta dalla Finanza di Ferrara che ha chiesto il rinvio a giudizio per reati che si sintetizzano in una maxi evasione fiscale da 100 milioni di euro e di Iva per 30 milioni. A vario titolo, gli imputati sono chiamati a rispondere di reati di evasione e frode fiscale, bancarotta, contrabbando, mendacio bancario, falsi in atti pubblici e privati. 13 le persone che furono arrestate nel corso dell'indagine, compresi i titolari delle aziende che in Italia commercializzano acciaio, per fatti risalenti tra il 2007 e il 2010, con triangolazioni fiscali e rapporti commerciali tra Ferrara, Reggio Emilia e San Marino, diventata punto focale, secondo l'accusa, per la cosiddetta “truffa carosello” contestata dagli inquirenti. Con Ciancimino vengono ritenuti ai vertici Gianluca Apolloni, Paolo Signifredi e Patrizia Gianferrari. Quest'ultima, a sua volta arrestata, era stata legale rappresentante di una società sammarinese: dietro rogatoria, la sede fu perquisita, e 10 scatoloni di documenti sequestrati. La licenza era stata sospesa dal congresso di Stato mesi prima.
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