La difesa di Dritan Demiraj, autore dell'omicidio di Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina, ha nominato Alessandro Meluzzi come perito di parte per verificare la capacita' di intendere e di volere del 29enne albanese reo-confesso.
Ha ammesso entrambi gli omicidi, della ex compagna e del suo ultimo fidanzato, e non ha mostrato alcun segno di pentimento. Ne' subito dopo l'arresto lo scorso 2 marzo nè ieri quando ha indicato agli inquirenti il punto in cui ha occultato il cadavere di Silvio Mannina, nell'aquitrino prospicente il Lago Azzurro di Santarcangelo.
Con due omicidi confessati la condanna è pressochè certa. Ma la difesa di Demiraj punta a dimostrare l'incapacità di intendere e di volere del 29enne panettiere albanese. Con questo obiettivo è stato nominato consulente di parte il professor Alessandro Meluzzi. Al momento le inchieste per gli omicidi di Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina sono due. Una alla procura di Como, competente per il delitto di Mozzate, l'altra a Rimini, per l'omicidio di Silvio Mannina. Ma il primo reato, in ordine cronologico, è stata l'uccisione di quest'ultimo al Lago Azzurro quindi i fascicoli potrebbero essere accorpati a Rimini, dove – in questo caso – si dovrebbe svolgere anche il processo. L'avvocato di Demiraj, il legale riminese Massimiliano Orrù, preannuncia la possibile richiesta del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena. Altra attenuante che Orrù potrebbe richiedere per un alleggerimento della pena è quella della “provocazione”considerando la condotta di Lidia Nusdorfì, madre di uno dei due figli di Demiraj: ulteriori vittime di questa brutta storia ora sotto tutela dei servizi sociali. Non ancora chiarite le responsabilità della riccionese Monica Sanchi. La donna, fidanzata dell'omicida, ha dichiarato agli inquirenti di essere stata sua complice, ma solo per orchestrare una trappola finalizzata a dare una lezione a Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina. Non certo per ucciderli entrambi. Al momento è indagata sia a Rimini che a Como dove sarebbe indagato anche il riminese datore di lavoro di Demiraj che inizialmente gli aveva fornito un alibi per scagionarlo.
Luca Salvatori
Ha ammesso entrambi gli omicidi, della ex compagna e del suo ultimo fidanzato, e non ha mostrato alcun segno di pentimento. Ne' subito dopo l'arresto lo scorso 2 marzo nè ieri quando ha indicato agli inquirenti il punto in cui ha occultato il cadavere di Silvio Mannina, nell'aquitrino prospicente il Lago Azzurro di Santarcangelo.
Con due omicidi confessati la condanna è pressochè certa. Ma la difesa di Demiraj punta a dimostrare l'incapacità di intendere e di volere del 29enne panettiere albanese. Con questo obiettivo è stato nominato consulente di parte il professor Alessandro Meluzzi. Al momento le inchieste per gli omicidi di Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina sono due. Una alla procura di Como, competente per il delitto di Mozzate, l'altra a Rimini, per l'omicidio di Silvio Mannina. Ma il primo reato, in ordine cronologico, è stata l'uccisione di quest'ultimo al Lago Azzurro quindi i fascicoli potrebbero essere accorpati a Rimini, dove – in questo caso – si dovrebbe svolgere anche il processo. L'avvocato di Demiraj, il legale riminese Massimiliano Orrù, preannuncia la possibile richiesta del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena. Altra attenuante che Orrù potrebbe richiedere per un alleggerimento della pena è quella della “provocazione”considerando la condotta di Lidia Nusdorfì, madre di uno dei due figli di Demiraj: ulteriori vittime di questa brutta storia ora sotto tutela dei servizi sociali. Non ancora chiarite le responsabilità della riccionese Monica Sanchi. La donna, fidanzata dell'omicida, ha dichiarato agli inquirenti di essere stata sua complice, ma solo per orchestrare una trappola finalizzata a dare una lezione a Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina. Non certo per ucciderli entrambi. Al momento è indagata sia a Rimini che a Como dove sarebbe indagato anche il riminese datore di lavoro di Demiraj che inizialmente gli aveva fornito un alibi per scagionarlo.
Luca Salvatori
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