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E’ morto l'arcivescovo emerito Giacomo Biffi

11 lug 2015
E’ morto l'arcivescovo emerito Giacomo BiffiE’ morto l'arcivescovo emerito Giacomo Biffi
E’ morto l'arcivescovo emerito Giacomo Biffi - Teologo pungente e ironico, uomo di Chiesa che preferiva posizioni nette, "la certezza della fede" a...
Teologo pungente e ironico, uomo di Chiesa che preferiva posizioni nette, "la certezza della fede" a sfumature e compromessi. Giacomo Biffi non era “politicamente corretto”. Con radici fortemente milanesi, per obbedienza a Wojtyla si trasferì in quella Bologna definita "sazia e disperata" ma che finì per sentire come sua. Diceva di essere del "partito della Chiesa" e a Bologna trovò le amministrazioni di sinistra. Di posizioni non certo progressiste, ricorda di aver sempre mantenuto rapporti cordiali, pur non lesinando critiche salaci. Fu scrittore inesauribile, pastore di voce forte, capace di sintesi assolute. Fece scalpore quando le donne divennero “squallide e raffinate”. Sollevò polemiche sull'immigrazione islamica: “non esiste – affermò – il diritto all'invasione”. Duro il confronto bolognese con Giuseppe Dossetti. Al padre costituente, al netto di visioni diverse su Chiesa e Vaticano II, il cardinale attribuiva un peccato originale, di essere "teologicamente autodidatta". Prima di congedarsi, nel 2003, fece in tempo a partecipare al conclave che elesse Ratzinger nel 2005. E qui si racconta di un episodio molto divertente. E' ilsecondo e ultimo giorno di votazioni. Durante il pasto Biffi, molto innervosito, si sfoga con un confratello: “a ogni votazione ricevo sempre un solo voto. Se scopro chi è che si ostina a votarmi giuro che lo prendo a schiaffi”. Al che il porporato lo guarda perplesso e gli spiega:  «Eminenza, ormai è chiaro chi stiamo eleggendo come nuovo Papa ed è anche abbastanza evidente che questo candidato abbia scelto di votare per lei. Quindi se vorrà ancora mantenere il suo proposito sarà costretto a prendere a schiaffi il Papa». Biffi rimase senza parole. Ratzinger aveva deciso di votare per lui. Oggi, a ricordarlo, è Papa Francesco e lo descrive come “un uomo che ha servito con gioia e sapienza il Vangelo e ha amato tenacemente la Chiesa", e di cui "particolarmente efficace risultava il linguaggio diretto e attuale, posto al servizio della parola di Dio".

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